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CineVisioni: la recensione de Il Diritto di Contare

di Luca Ceccarelli
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In programma a Grosseto – The Space Cinema

Siamo nel 1961, periodo in cui gli Stati Uniti e la Russia sono in piena corsa per inviare il primo uomo nello spazio, e la NASA scopre il talento di un gruppo di matematiche afroamericane, che utilizzerà per una delle più grandi operazioni nella storia degli States.

Il Diritto di Contare è basato sulle storie vere di tre di esse, conosciute come “computer umani”. Seguiamo queste donne durante la loro ascesa all’interno della NASA insieme a molte delle migliori menti della storia, impegnate a calcolare tutti i parametri necessari all’epico lancio di John Glenn, primo astronauta americano a compiere un’intera orbita terreste, ed a garantire un ritorno sicuro, anche attraverso il regolare funzionamento della capsula Mercury. Le tre saranno impegnate, ognuna per la propria competenza, in un team il cui responsabile è Al Harrison (Kevin Costner)

Dorothy Vaughan (Octavia Spencer), Mary Jackson(Janelle Monáe, parte del cast di Moonlight ) e Katherine Johnson (Taraji P. Henson, vista nella serie Fox Empire) furono in grado di attraversare e superare tutte le barriere di genere, di razza e professionali grazie alla loro brillantezza ed al desiderio di sognare in grande, oltre tutto ciò che l’umanità aveva mai raggiunto, guadagnando così un posto nella storia degli Stati Uniti quali vere e proprie eroine americane.

Il Diritto di Contare, adattamento del libro di Margot Lee Shetterly, è un piccolo miracolo, poiché riesce a toccare con gentilezza alcuni dei problemi sociali più difficili trattati dai movimenti per i diritti civili, pur mantenendo un ritmo assolutamente invidiabile, per non parlare della coinvolgente colonna sonora. Quest’ultima, a cura di Hans Zimmer, comprende una selezione di brani di Ryhtm’n’Blues scritti dal co-produttore Pharrell WIlliams ed intrpretate da Mary J. Blige, Alicia Keys e dalla stessa Janelle Monáe.

Il cast vede anche la partecipazione di Kirsten Dunst (che deve il proprio successo alla trilogia di Spider-Man) nei panni della boss razzista Vivian Mitchell e di Jim Parsons (il celeberrimo Sheldon di The Big Bang Theory) in quelli di Paul Stafford, capo ingegnere della struttura.

La regia di Theodore Melfi (che ha alle spalle il suo debutto con St.Vincent) convince ma non entusiasma, poiché è la storia a condurre il lungometraggio. Tuttavia la maiuscola prestazione delle tre protagoniste ed un cast secondario di assoluto rispetto conferiscono al film un’assoluta aura di credibilità ed assicurano il coinvolgimento. Bella la fotografia e le scenografie.

Il Diritto di Contare trasmette un messaggio positivo riguardo il valore dello studio, del lavoro duro e dell’impegno sociale. Merita di essere visto da tutta la famiglia.

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