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CineVisioni: la recensione di Jack Reacher 2 – Punto di Non Ritorno

di Luca Ceccarelli
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In programmazione a Grosseto – The Space Cinema

Torna Jack Reacher, l’ex maggiore dell’esercito americano interpretato da Tom Cruise nel primo Jack Reacher – La prova decisiva del 2012.

Jack fa ritorno al quartier generale della 110ª unità di polizia militare in Virginia, luogo dove ha preso servizio nel passato come maggiore e che considera come casa, per mantenere la promessa di un invito a cena con il maggiore Susan Turner (Cobie Smulders, la Robin di How I Met Your Mother), che ha preso il suo posto.
Scoprirà ben presto che Susan sembra essere scomparsa, salvo poi scoprire che si trova agli arresti con l’accusa di spionaggio. Questa situazione spinge Reacher ad indagare, convinto dell’innocenza della collega, fino al punto di sentirsi non più gradito nell’unità militare.
Jack dovrà fronteggiare a sua volta una grave accusa e scoprirà un segreto del suo passato che potrebbe letteralmente cambiare la sua vita. Non mancano inoltre complotti, fughe ed inseguimenti.

Il primo Jack Reacher era partito un po’ in sordina per poi incassare oltre 218 milioni di dollari: un grande successo globale. Questo sequel parte dunque con grandi aspettative, forte anche di un budget complessivo di 96 milioni di dollari contro i 60 del primo film.
Jack Reacher è un personaggio che ha tutti gli ingredienti per far breccia nei cuori degli spettatori: è un solitario brillante e brutale, dedicato alla giustizia e sempre orientato verso la cosa giusta da fare, piuttosto che da sentimentalismi. Per funzionare, un personaggio del genere ha bisogno di un ingrediente fondamentale: una storia imprevedibile, nella quale il protagonista risolva il mistero insieme allo spettatore. E’ stato proprio questo il motivo principale del successo del primo Jack Reacher: un film d’azione impacchettato sapientemente in un thriller, nel quale sono sviluppati sia l’eroe che il cattivo.

Quando questo meccanismo si inceppa, ed è il caso di Jack Reacher 2 – Punto di Non Ritorno, emergono anche tutta una serie di problemi che invece erano precedentemente rimasti in sottofondo.
In questo sequel i cattivi sono delle caricature monodimensionali ed il nostro lupo solitario si spende per proteggere una teenager che insiste dall’inizio a non riconoscere come sua figlia.
Tom Cruise è molto diverso dal personaggio pensato da Lee Child; il Jack Reacher letterario è infatti alto e fisicamente imponente, con ampie spalle e bicipiti possenti. Non certo il ritratto di Tom Cruise, cui non aiutano capelli scuri e modi garbati, contrapposti a capelli chiari e rudezza del personaggio dei libri.

Nonostante l’impegno degli attori principali, questo sequel non conivnce, anche per l’opaca prova di regia di Edward Zwick, più a suo agio con le atmosfere da sentimenti confezionati, come in Glory, il suo film più riuscito, che con gli action movies.

 

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