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CineVisioni: New York Academy

di Luca Ceccarelli
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In programmazione a Grosseto da domani – The Space Cinema

Ruby (Keenan Kampa, ballerina, modella ed attrice) è una ballerina che frequenta la Performing Arts School di Manhattan. Johnnie (Nicholas Galitzine, alle spalle solo qualche trascurabile esperienza cinematografica), invece, è un violinista inglese, senza visto per gli USA, che si esibisce nella metropolitana. E proprio la subway sarà il luogo del loro incontro, corredato di sfidone tra gruppi hip-hop ed il furto del prezioso violino di Johnnie.

Nascerà una storia d’amore ed un’intesa artistica tra i due, che culminerà nella grande occasione per far ottenere a Johnnie i soldi per iscriversi al conservatorio ed ottenere l’agognato visto per la permanenza negli States.

New York Academy è un film sulla danza. Ed una cosa che abbiamo imparato è che da questo genere cinematografico non c’è da attendersi una contenutistica particolare. Film diventati veri e propri oggetti di culto come Flashdance Dirty Dancing si reggevano su trame esilissime, andando a toccare corde di facile effetto.

Ed è quello che tenta di fare anche questo lavoro di Michael Damian, alla sua undicesima fatica, anche se molti non ne avranno coscienza, dato che le precedenti dieci non hanno certo lasciato il segno.
Stavolta l’operazione è palese: rispolverare ed utilizzare tutti i possibili cliché del genere, cospargere il tutto di abbondante melassa e mescolare bene con copiose scene di ballo.

Il risultato è davvero considerevole: il lungometraggio scorre nei suoi 96 minuti senza alcun picco, non scostandosi mai dalla mediocrità ed anzi raggiungendo spesso il poco invidiabile obiettivo della comicità involontaria.
Leggendo la sinossi all’inizio viene da chiedersi “è davvero tutto qui?”, salvo scoprire dopo pochi minuti di visione che quell’impressione era quanto mai veritiera.

Sceneggiatura bambinesca, trama prevedibile e scarsissima interpretazione degli attori principali fanno sì che New York Academy sprofondi immediatamente nel baratro della paccottiglia a buon mercato. Difficile anche definirlo un teen movie, perché sarebbe decisamente irrispettoso nei confronti del pubblico di adolescenti. A poco poi serve la presenza di due interpreti collaudati come Jane Seymour e Paul Freeman.

Rimane da chiedersi se ci sia qualcosa da salvare in questo film ed è difficile non perdersi tra scene improbabili, ambientazioni e personaggi ultrapatinati, imbarazzante piattezza realizzativa, che lo fa somigliare più ad uno scadente prodotto televisivo che ad un vero e proprio film. Al confronto di New York Academy, infatti, persino il più terribile musicarello d’antan merita di essere rivalutato.

Se la danza non vi appassiona, evitate questo film. Se musica e ballo vi prendono, risparmiate per uno spettacolo vero e proprio: un’esperienza dal vivo è insostituibile e non pretende di essere cinema.

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