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CineVisioni: Equals

di Luca Ceccarelli
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In programmazione a Grosseto da domani – The Space Cinema

Collective è una società basata sull’utopia dell’uomo senza emozioni, in grado di salvare quel che resta dell’umanità, sconvolta insieme al pianeta da guerre senza fine scatenate, appunto, dalla furia degli istinti.

Chi riesce ancora a provare qualche pulsione è malato e la patologia ha un nome: SoS (Switched On Syndrome), per la quale viene effettuata una diagnosi ed una conseguenza quando il paziente si aggrava: il ricovero e l’accompagnamento verso la morte. Ma, come viene ossessivamente ripetuto nel film, “Una cura è dietro l’angolo”.

In questo scenario scopriamo due malati di SoS: Silas (Nicholas Hoult, Marcus in About a Boy e Bestia in X-Men – Giorni di un futuro passato) e Nia (Kristen Stewart, Panic RoomInto The Wild ma tutti la ricordano come Bella in Twilight). Silas è ligio alle regole e si sottopone a tutti i controlli medici, rivelando la sua SoS; Nia, invece, è una hider e cela la sua sindrome attraverso un incredibile quanto faticoso autocontrollo.

Equals è il tentativo di descrivere cosa significhi provare emozioni e sentimenti in un mondo che ne è privo e anzi li condanna apertamente. Non è solo contravvenire alle leggi ed all’ordine costituito, è anche confrontarsi con stati d’animo che non si conoscono, allo stesso tempo travolgenti, affascinanti e spaventosi.

Il rapporto con le nostre sensazioni, vissute quasi come estranee e nuove, poteva essere un leit motiv potente, da sviluppare attraverso un percorso avventuroso. Drake Doremus, talento dell’American Film Institute al suo quinto lungometraggio, si avvale per la prima volta di Nathan Parker come sceneggiatore ed il risultato non è dei migliori.

Il film risulta una summa di cliché fantascientifici: una società ipertecnologica e fredda, governata da entità sovraordinate che impartiscono direttive tramite messaggi su megaschermi. E naturalmente i classici ribelli. Il tutto condito da un ritmo costantemente lento che, se da una parte sottolinea la complessità della presa di coscienza dei protagonisti e dei “malati” di SoS, dall’altra spesso indispettisce lo spettatore, impedendo di seguire efficacemente la narrazione.

Poteva essere un buon film fanta-introspettivo, questo Equals. Lascia invece un senso di amarezza perché meritava una migliore esecuzione. Si salvano le scenografie, capaci di rendere egregiamente un ambiente patinato e claustrofobico e gli attori, specie i due protagonisti, che ben rendono la metamorfosi verso la passione e, nel caso di Silas-Hoult, anche il viaggio all’indietro. Ebbene sì, non è facile, alla fine, essere inespressivi.

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