Home Attualità Case popolari, il Sunia: “Mancano requisiti minimi di abitabilità, servono interventi urgenti”

Case popolari, il Sunia: “Mancano requisiti minimi di abitabilità, servono interventi urgenti”

Il segretario Antonio Terribile fa il punto dopo le assemblee

di Redazione
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Grosseto. Gli appartamenti di via Scrivia, Trebbia e Cipro a Grosseto. I vecchi palazzi in cemento armato a Follonica. Gli alloggi popolari di Orbetello che risalgono a prima della guerra. O quelli di Arcidosso, dove gli inquilini pagano più del doppio del canone di locazione al condominio, solo perché non è mai stato sostituito con caldaie singole il vecchio, costoso e inefficiente riscaldamento centralizzato.

«Sono solo la punta dell’iceberg – sottolinea il segretario provinciale del Sunia, Antonio Terribiledel degrado edilizio e impiantistico in cui versa una cospicua fetta del patrimonio abitativo di edilizia residenziale pubblica, le cosiddette case popolari, di proprietà di Comuni e Edilizia provinciale grossetana (Epg), composto da oltre 3.000 alloggi in tutta la provincia.

Sono solo una parte dei problemi che ci hanno segnalato gli oltre 300 inquilini che hanno preso parte alle tre assemblee organizzate da Sunia a Follonica, Orbetello e Grosseto, conclusesi con quella nel capoluogo lo scorso 16 giugno. Problemi che sono in parallelo alla mancanza di appartamenti per soddisfare le richieste di centinaia di famiglie in graduatoria, in attesa da anni di una risposta.

In queste settimane – aggiunge Terribileabbiamo contattato uno per uno i 1.500 inquilini delle case popolari iscritti al Sunia, illustrando loro la nostra piattaforma nazionale che prevede un piano pluriennale nazionale 2023-2030 per la prima casa, la ricostituzione del fondo integrativo per gli affitti e per la morosità incolpevole, un nuovo regolamento dei diritti e dei doveri per enti gestori e inquilini.

In tutte e tre le assemblee, ad ogni modo, è emerso che in troppi alloggi mancano i requisiti minimi di abitabilità, per cui, se non ci saranno interventi tempestivi sulla base di piani e progetti di rigenerazione urbana, è solo questione di tempo prima che le cose degenerino. Soprattutto per gli appartamenti realizzati tra l’immediato dopoguerra e gli anni ’70, che costituiscono il grosso del patrimonio Erp. Abitazioni che hanno bisogno di interventi urgenti di sanificazione/riqualificazione, efficientamento energetico, rinnovo dell’impiantistica e per il superamento delle barriere architettoniche. Fra l’altro, sta esplodendo anche il problema della morosità perché l’inflazione decisamente alta ha messo in difficoltà famiglie che già vivevano sul filo del rasoio, le quali hanno smesso di pagare le spese condominiali e in diversi casi anche i canoni di affitto.

Sono oramai mesi che denunciamo l’aggravarsi degli stessi problemi – conclude Terribile -, ma continuiamo a constatare una mancanza colpevole di attenzione da parte dei livelli istituzionali, da quelli locali a quelli nazionali. Sarà pertanto difficile sostenere di non aver avuto il polso della situazione da parte di chi ha responsabilità di governo, quando le cose degenerano e si verificheranno gli inevitabili episodi di tensione sociale».

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