“Speravo che l’aver messo l’Anpi di fronte ad un video che fotografa in modo indelebile il loro gesto vergognoso li avrebbe spinti ad usare parole più sagge, invece le parole di Romeo Carusi, presidente della sezione Anpi ‘Elvio Palazzoli’ non fanno che aggravare il gesto”: replica così, in prima persona, il presidente de La Deceris e consigliere comunale, Gino Tornusciolo, che prosegue: “Affermare che la rosa ‘fosse secca’ è una palese bugia, visto che io, personalmente, l’ho deposta il 26 aprile, così come avviene da 8 anni a questa parte, e tutto è dimostrabile con tanto di foto e comunicati stampa. Ma, d’altronde, c’è poco da aspettarsi da un’associazione che nelle sue fila annovera personaggi in grado di negare l’esistenza delle foibe, figuriamoci se si fermano di fronte alla freschezza di un fiore.”
“Riguardo poi alla rivendicazione sull’affissione della targa viene da chiedersi se anche le vittime a cui è dedicata appartengono esclusivamente a loro e sono gli unici autorizzati a porre loro omaggio, oppure se vuole essere un simbolo impresso nella memoria storica della città di Grosseto, visto che siamo noi quelli accusati di strumentalizzazione – termina Tornusciolo -. Di tutta questa vicenda resta solo la riprova, se mai ce ne fosse bisogno, di come opera l’Anpi, un’associazione che vive esclusivamente grazie a fondi statali e che continua nella mistificazione della realtà per indossare quella maschera ipocrita che da sempre lì contraddistingue.”