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Grosseto. I Carabinieri del Comando Provinciale di Grosseto hanno voluto dare un tocco in più alle ricorrenze che avranno luogo domani, 78° anniversario della Liberazione.
A Murci, frazione di Scansano, c’è infatti una stele di marmo, posta lì sin dal 1945, a memoria dell’uccisione del “Tenente Gino” e del suo attendente, il soldato Giovannino Conti.
Il restauro
Grazie all’impegno e ai mezzi del Reparto Carabinieri per la Biodiversità di Follonica, il cippo è stato di recente rimesso completamente a nuovo: è stata prima di tutto operata una profonda pulizia del marmo, che, esposto alle intemperie, era ormai ricoperto di licheni ed altra vegetazione e successivamente sono stati sistemati gli scalini posti davanti al monumento con delle opere murarie, per poi finire con un riassetto e la pulizia da foglie e della vegetazione circostante.
L’iniziativa è stata fortemente voluta dal Comando provinciale dei Carabinieri di Grosseto, cui hanno aderito volentieri i Carabinieri Forestali che hanno messo a disposizione le abilità del proprio personale.
Riportata alla sua antica lucentezza, il marmo bianco è pronto per la prossima commemorazione, che avrà luogo nei primi giorni di maggio, data dell’agguato che portò Canzanelli e Conti alla morte a seguito di una imboscata.
La vicenda
Siamo nel 1941 e Luigi Canzanelli, originario di Milano e chiamato alle armi nel 1941, diventato Ufficiale d’artiglieria, dopo aver partecipato, seppur molto giovane, a diverse campagne, fu destinato ad una batteria di stanza nella zona di Roselle, a Grosseto. Qui organizzò, con il nome di battaglia di “Tenente Gino”, le prime bande partigiane della Maremma, attive in una vasta area della Maremma centro-meridionale, da Montalto di Castro alle colline di Scansano e Cinigiano. Ed è proprio lungo una strada bianca tra Murci e Pomonte, che il giovane ufficiale, il 7 maggio 1944, cadde vittima dell’imboscata, insieme al soldato Conti. Gli abitanti del luogo, scossi da quanto accaduto, hanno eretto un monumento in sua memoria già nel 1945. Una memoria che si rinnova ogni anno, e che i Carabinieri, all’alba del 79° anniversario della sua scomparsa, si apprestano – insieme a chi vorrà farlo – ad omaggiare davanti ad un cippo bianco come appena posto.
Le gesta del Tenente Gino sono state riconosciute con il conferimento di una Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria. A lui è stata intitolata la sede dell’ex distretto militare di Grosseto, oggi sede del Comando provinciale di Grosseto. Il Colonnello Giuseppe Adinolfi, Comandante provinciale, nel ringraziare l’impegno prestato dai colleghi forestali del Reparto Biodiversità, artefici del recupero della stele, ha commentato: “Era un atto doveroso per un partigiano con le stellette, un difensore della libertà cui è intestata la casa dei Carabinieri, che continuano a difendere, in tempo di pace, i valori per cui il Tenente Gino ha dato la vita”.