Magliano in Toscana. A Maiano Lavacchio si è svolta la commemorazione dell’eccidio avvenuto il 22 marzo 1944. Undici ragazzi, chiamati “Martiri d’Istia”, vennero uccisi per aver rifiutato la leva obbligatoria.
La cerimonia
Alle 9.30 si è tenuta una messa in loro ricordo. Successivamente la classe quinta della scuola elementare di Istia d’Ombrone ha letto una poesia sulla Pace. Le autorità presenti si sono poi spostate davanti al monumento celebrativo per porre una corona commemorativa.
Ad aprire gli interventi Maria Paola Corritore, commissario del Comune di Magliano: “Siamo qui per fare memoria dell’eccidio delle undici vite stroncate proprio in questo luogo – ha dichiarato -: oggi sono presenti moltissimi ragazzi e per loro dev’essere fondamentale ricordare.”
A seguire il discorso del presidente provinciale dell’Anpi, Luciano Calì: “In questa giornata dedicata al ricordo, l’associazione intende ringraziare tutti per la loro presenza, in particolare le scuole – ha commentato –. In Maremma i fallimenti delle chiamate alla leva indussero ad azioni sconsiderate.”
“Credo che la commemorazione oggi abbia un significato del tutto particolare – ha dichiarato il presidente dell’Isgrec, Lio Scheggi –. Il ricordo e l’onore che dobbiamo riservare a questi martiri e a tutte le altre vittime del territorio non può esaurirsi nel giorno della commemorazione.”
E’ intervenuta anche Orietta Barzagli, vice sindaco di Cinigiano: “La maggior parte dei ragazzi veniva dalle campagne di Istia, ma non Alfiero, lui era di Cinigiano. Vorrei che il loro ricordo venisse portato avanti, perché senza la memoria non abbiamo futuro.“
“La fucilazione assunse una dimensione ricercata e feroce – ha commentato il presidente della Provincia, Francesco Limatola – Maiano Lavacchio assunse il ruolo di spartiacque nella storia della resistenza maremmana”.
A concludere, le parole del sindaco di Grosseto Antonfrancesco Vivarelli Colonna: “Oggi abbiamo il dovere di essere uniti per mostrare rispetto a chi allora è caduto troppo presto. Allo stesso tempo, dobbiamo testimoniare alle nuove generazioni che, insieme, siamo riusciti a salvaguardare la memoria, all’insegna del rispetto reciproco – ha dichiarato -. Facciamo in modo che questo luogo, dove la vita è stata spezzata, ci unisca in un abbraccio silenzioso, nella speranza che il rispetto e l’empatia siano sempre il linguaggio universale che lega le nostre anime e orienta le nostre scelte. Come ci ricorda Papa Francesco, ‘è più facile per noi amare quelli che ci amano ed essere amici di chi ci è amico, temendo di non ricevere il contraccambio o di esporci troppo e poi restare delusi, per cui preferiamo fare del bene solo a chi è stato buono con noi e ripagare con la stessa moneta coloro che ci trattano male’. Parole che non possono cambiare quanto avvenuto, ma tracciano la strada della riconciliazione“.