Grosseto. “Domani è l’8 marzo e si celebra quella che è conosciuta come ‘Festa della donna’“.
A dichiararlo è Katiuscia Biliotti, segretaria generale della Cisl di Grosseto.
“È più corretto parlare, però, di ‘Giornata internazionale della donna’, perché questa ricorrenza ha una storia e un significato: infatti è dedicata al ricordo e alla riflessione sulle conquiste politiche, sociali ed economiche del genere femminile – spiega Biliotti -. Nasce per ricordare una tragedia dei primi del Novecento, che ha visto protagoniste le operaie di un’industria tessile di New York che rimasero uccise durante un incendio sul posto di lavoro. Questa ricorrenza, quindi, non è un’occasione per fare festa e incontrarsi tra donne, ma per ricordare che la donna, in quanto tale, ha da rivendicare ancora molti diritti: sono tante le conquiste fatte, ma ancora, purtroppo, la strada da percorrere per la parità e l’autonomia è lunga”.
“Dobbiamo cogliere l’occasione, quindi, per parlare dei salari, che in molti settori ancora non sono uguali rispetto a quegli uomini; di diritti, di violenza ai danni delle donne – sottolinea Biliotti -. Come Cisl Grosseto abbiamo organizzato, nel mese di gennaio, un evento molto importante che ha riscosso un grande successo, perché ancora molte donne subiscono violenza, nelle proprie case, sul posto di lavoro, nella comunità più in generale, nel silenzio. Un silenzio dettato dalla paura e dalla vergogna di esprimere il loro malessere le loro difficoltà. Dobbiamo ricordare, quindi, che non è una festa comune, ma una celebrazione delle conquiste delle donne, che ancora non hanno finito, però, di rivendicare i loro diritti. Temi incredibilmente attuali, tenendo anche conto che, e gli incresciosi fatti recenti che hanno vista protagonista la nostra città lo dimostrano, le donne che ricoprono ruoli vengono criticate, ancora oggi, non per la bontà o meno del loro operato ma per il loro aspetto fisico”.
“Ancora oggi il lavoro di cura è a carico delle donne, sia per quanto riguarda i figli e la loro crescita, si per quanto riguarda l’accudimento nei confronti dei familiari più anziani, e questo avviene sia per le donne che per coloro che si dedicano alla famiglia. È importante, quindi, trovare strumenti concreti per facilitare la conciliazione dei tempi di vita e dei tempi di lavoro e migliorare il fatto che ancora in ruoli apicali, sia in politica che nel mondo dell’associazionismo, si vede la presenza maschile come preponderante – continua Biliotti –. In tutto il mondo, ancora oggi, si moltiplicano gli attacchi alla dignità e alla vita stessa delle donne, che vengono, talvolta, catapultate indietro di secoli rispetto ai diritti conquistati fino ad oggi. Pensiamo all’Iran, che sta vivendo una mobilitazione dal basso, dove alcune donne sono state uccise a causa di un velo da cui sfuggiva una ciocca di capelli; all’Afghanistan, dove il regime ha escluso tutte le donne dall’istruzione superiore e dalle professioni, condannandole, di fatto, ad una vita di arretramento e invisibilità; alla Birmania, dove le donne stanno guidando la lotta per la libertà e diritti civili contro un regime militare violento; all’Ucraina, nel cuore dell’Europa, dove le donne vivono un conflitto che dura da oltre un anno, con conseguenze devastanti per l’aggressione militare russa; alla Turchia, culla della Convenzione di Istanbul, che recentemente è stata rinnegata per mano del suo leader politico”.
“Alcuni esempi per ricordare quanto ancora c’è da fare in termini di diritti e di parità – termina Biliotti – e quanto la condizione delle donne nel mondo debba essere un tema comune a tutte le società civili“.