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Grosseto. E’ trascorso un anno dal 24 febbraio 2022, quando la Russia invadeva l’Ucraina e scoppiava, nel cuore dell’Europa, un conflitto che sembrava impossibile. Un anno che ha segnato in maniera indelebile la storia recente del mondo, che ha provocato migliaia di morti, famiglie smembrate, miseria… Una tragedia che ha, però, saputo anche generare tanta solidarietà. Solo dalla città di Grosseto, grazie alla mobilitazione della Chiesa diocesana, sono partiti cinque tir – tra febbraio e marzo – che hanno raggiunto altrettante località ucraine, dove è stato possibile consegnare alla popolazione aiuti di ogni genere. Senza contare l’accoglienza fatta sul territorio.
Un anno dove anche il legame con la comunità ucraina di stanza in Maremma si è rafforzato: anzi, la guerra probabilmente ha fatto conoscere davvero questa comunità, che nel silenzio lavora nelle nostre case, si prende cura dei nostri anziani, si dà da fare nelle imprese edili, in agricoltura e in altri comparti.
La commemorazione
E proprio la comunità ucraina presente a Grosseto desidera ricordare questo tragico anniversario con una cerimonia semplice, di preghiera e silenzio, in piazza Duomo, domenica 26 febbraio alle 16.30. In quella stessa piazza dove, proprio un anno fa, le donne ucraine si radunarono insieme a tanti grossetani sperando che la guerra potesse essere fermata, ma che dovette arrendersi alla realtà.
“Scopo di questa nostra iniziativa – dichiara don Stepan Tkhoryk, giovane sacerdote di 27 anni arrivato a Grosseto da poche settimane come nuovo cappellano dei fedeli ucraini cattolici di rito bizantino subentrando a don Vitaliy Perih, ora a Roma – è prima di tutto dire grazie al popolo italiano per l’aiuto che ci ha dato sin dal primo istante. Poi commemorare le vittime, i tantissimi, tra soldati e civili, che questa guerra ha strappato alla vita, agli affetti, al futuro. Infine dire basta e chiedere il dono della pace”.
La cerimonia in piazza Duomo sarà preceduta dalla divina liturgia degli ucraini greco-cattolici nella chiesa della Misericordia. Al termine gli ucraini raggiungeranno a piedi piazza Duomo.
Il viaggio di tre sacerdoti in Ucraina
Intanto nei giorni scorsi tre sacerdoti della diocesi di Grosseto – don Paolo Gentili, don Ivano Rossi e don Marco Gentile (nella foto) – si sono recati in Ucraina, nella città di Ivano- Frankivsk, per partecipare all’ordinazione di un nuovo vescovo: mons. Mykola (Nicola) Semenyshyn, consacrato ausiliare dell’Arcieparchia di Ivano-Frankivsk. Don Nicola ha appena 40 anni. Compagno di studi di don Vitaliy, è venuto più volte in questi anni in Maremma anche per offrire un aiuto nelle parrocchie, in particolare a Montorsaio e nella parrocchia dell’Addolorata, dove l’ultima volta è venuto a Natale.
I tre sacerdoti grossetani sono partiti nella notte fra lunedì e martedì da Roma Ciampino; hanno raggiunto la Romania da dove, con un bus navetta, hanno passato la frontiera. Una volta messo piede in Ucraina, sono stati accompagnati con un’auto a Ivano- Frankivsk. La città è lontana dai fronti più caldi della guerra. Tuttavia è stata bombardata più volte, non ha più l’aeroporto, mentre la centrale elettrica funziona a scartamento ridotto.
“Abbiamo avuto l’occasione di incontrare vescovi di diocesi nelle quali, nei mesi scorsi, sono giunti gli aiuti partiti da Grosseto – raccontano i tre sacerdoti -. Ci hanno espresso tutta la loro gratitudine per questa attenzione e cura. Ma soprattutto abbiamo colto gratitudine per una vicinanza di fede e per il coraggio di essere andati in Ucraina a condividere questo momento di festa”.
“Noi, sinceramente, non ci siamo sentiti particolarmente coraggiosi, forse un po’ temerari – sorridono i tre sacerdoti –. Il coraggio è della gente ucraina che continua a mostrare una fede straordinaria. Al di là delle questioni geopolitiche, stare lì, seppure solo tre giorni, ci ha permesso di cogliere la percezione di un’amicizia che continua dopo un anno di guerra“.
“L’ultima notte – raccontano ancora – siamo stati svegliati dalle sirene che hanno iniziato a suonare. In quei momenti, infatti, stavano per abbattersi sull’Ucraina più di trenta missili, la metà dei quali, compresi quelli diretti a Ivano- Frankivsk, intercettati e abbattuti. Altrimenti non sappiamo come sarebbe andata a finire…”. Anche in questo, però, hanno letto la mano della Provvidenza “che ha impedito che un giorno di festa finisse in ulteriore sangue e dolore“.
Intanto il vescovo Nicola ha accettato l’invito ad essere presente per le feste laurenziane del prossimo agosto, sperando che ci siano le condizioni perché possa raggiungere l’Italia.