Il Comune di Sorano, in collaborazione con la Pro Loco di Sorano, ha ricordato la Giornata della Memoria con due incontri nella sala del Consiglio comunale, prima con gli studenti dell’Istituto comprensivo e poi con quelli del Liceo linguistico. Gli incontri si sono conclusi con la visita alla ex sinagoga e al ghetto, guidata dal presidente della Pro Loco Arturo Comastri, e con la posa, da parte del sindaco Pierandrea Vanni, di due piante di olivo davanti alla lapide che ricorda i fratelli Passigli, morti con la loro famiglia ad Auschwitz.
Il sindaco ha letto un messaggio della senatrice a vita Liliana Segre, da poche settimane cittadina onoraria di Sorano.
Il messaggio
Rivolgendosi alle “cittadine e ai cittadini di Sorano e alle care ragazze e cari ragazzi delle scuole del territorio“, la senatrice Segre scrive: “Quest’anno la commemorazione avviene in concomitanza di un evento speciale, la messa a dimora di due olivi in via del Ghetto, in memoria di vostri, anzi nostri concittadini morti nei campi di sterminio. Una cerimonia che non riguarda solo la nostra comunità, ma l’intero nostro Paese, anzi riguarda il genere umano come tale, perché a noi tutti spetta il dovere della memoria, la responsabilità di coltivarla e renderla il nostro stile di vita. Una vita aperta al dialogo, alla solidarietà e all’impegno in prima persona“
Nel suo intervento il sindaco ha detto che “ricordare la Giornata della Memoria non è un’esercitazione retorica, né un rituale, ma l’affermazione di valori fondanti di ogni libera democrazia e la condanna senza riserve dell’Antisemitismo e delle persecuzioni contro ogni popolo“.
Ha poi citato un passaggio del libro di Giuseppe Celata “E poi la salvezza. Storie di Ebrei italiani strappati alla Shoah“, Edizioni Medicea Firenze, nel quale sono raccolte le testimonianze di famiglie ebraiche messe in salvo a costo di gravi ritorsioni anche nelle campagne di Sorano. In particolare, ha ricordato le vicende della famiglia Paggi di Benevento, che trovò rifugio ed ebbe salva la vita, prima a Montevitozzo e poi a Montebuono.