Lo scorso 9 gennaio Poste Italiane ha comunicato il risultato ottenuto in provincia di Grosseto sulla consegna dei pacchi rispetto all’anno precedente: il 16% di consegne in più negli ultimi 3 mesi del 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021.
«Il Sindacato lavoratori della comunicazione (Slc) – spiega la segretaria Roberta Gianninoni – si chiede a quali condizioni e a quale prezzo è stato ottenuto queto risultato? Da tempo, infatti, Poste Italiane si avvale di lavoratori a tempo determinato per coprire le assenze strutturali e i picchi lavorativi, ai quali in gran parte si deve l’ottimo risultato ottenuto.
Eppure, la quasi totalità di essi, nonostante l’obiettivo raggiunto, non ha visto rinnovato il contratto a tempo determinato, rimanendo doppiamente penalizzati: in primo luogo, perché, nonostante le capacità dimostrate, non hanno visto il contratto rinnovato rimanendo senza lavoro; in secondo, perché molti di loro non hanno raggiunto nemmeno la soglia minima di mesi lavorati prevista dagli accordi nazionali vigenti per una futura stabilizzazione.
Nella nostra realtà, peraltro, come nel resto della regione, la carenza di personale determina una continua richiesta di lavoratori a tempo determinato. Lavoratori che ogni volta necessitano di giorni di formazione e affiancamento prima di poter essere sufficientemente autonomi.
In provincia di Grosseto, però, nei 4 centri di distribuzione il personale applicato non è sufficiente a coprire la totalità delle zone di recapito presenti. Questo significa che in alcune zone, soprattutto quelle interne e svantaggiate, il recapito avviene, se va bene, una volta a settimana e ricorrendo continuamente al lavoro straordinario dei portalettere. Per cui Poste Italiane si gode i profitti e i risultati, mentre i dipendenti subiscono le lamentele della cittadinanza che si vede recapitare bollette ormai scadute. Per non parlare dello stress e delle violenze verbali che subiscono gli operatori degli uffici postali, troppo spesso vittime incolpevoli di un’organizzazione aziendale inadeguata.
Nella gran parte degli uffici postali in provincia – sottolinea la segretaria – gli operatori presenti sono ormai ridotti ai minimi termini, anche in zone ad alta presenza turistica che hanno visto il tutto esaurito durante le recenti vacanze natalizie.
Se è vero che lo sviluppo dei servizi on line dovrebbe alleggerire l’accesso agli uffici, è anche vero che una grande fetta di clientela ancora non ha padronanza di tutti gli strumenti che ne permettono l’utilizzo.
Inoltre, troppo spesso gli applicativi aziendali non riescono ancora a soddisfare i picchi di richieste. In questi giorni, ad esempio, la difficoltà a soddisfare la clientela nel rilascio della giacenza media dovuta al sovraccarico delle domande amplifica le reazioni stizzite verso gli operatori del front desk.
Dalla giacenza media e dal rinnovo dell’Isee dipende il riconoscimento del reddito di cittadinanza e di benefici economici per i cittadini più fragili. Ogni difficoltà associata al riconoscimento di tali benefici espone i dipendenti di Poste Italiane alla reazione talvolta aggressiva e pericolosa dei cittadini esasperati.
Ben vengano i comunicati aziendali sugli ottimi risultati raggiunti, ma che siano accompagnati da investimenti seri su tecnologia e capitale umano. Per questo – conclude Gianninoni -, rispetto agli ingressi di personale previsti nel 2023 a livello nazionale per recapito e uffici postali, ci auguriamo che in provincia di Grosseto non arrivino solo le briciole. Ma che ci sia un inserimento sostanzioso di personale, perché la situazione è davvero al limite».