Uno spazio protetto per incontrare ed ascoltare le vittime di violenze, in particolare i minori e le donne. Un ambiente nel quale le paure possano stemperarsi trovando un volto amico, pronto ad accogliere il bisogno di aiuto reclamato dalle vittime.
E’ questo il significato della “stanza rosa”, inaugurata questa mattina nella Questura di Grosseto, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
Grazie al contributo del Soroptmist Club Grosseto, la “stanza rosa” è stata allestita come fosse il vano di un appartamento per far sentire le persone a proprio agio ed è stato previsto anche un angolo con giochi per i bambini.
Il club porta avanti da tempo il progetto denominato “Una stanza tutta per sé”, con riferimento esplicito al saggio della scrittrice Virginia Woolf, con lo scopo di sostenere la donna nel delicato e incisivo momento della denuncia di violenze e abusi alle Forze dell’Ordine e nel percorso verso il rispetto e la dignità della sua persona; fino ad oggi sono state realizzate oltre 200 stanze sparse in tutta Italia.
All’inaugurazione erano presenti il Questore Antonio Mannoni, il Prefetto Paola Berardino, la presidente del Soroptimist Grosseto, Sonia Capperucci, il Capo della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Grosseto, Maria Navarro, oltre ai vertici delle istituzioni militari e civili della provincia di Grosseto.
“Ringrazio il Soroptimist Grosseto per aver collaborato con la Questura per la riuscita di questa iniziativa – ha dichiarato il Questore Mannoni -. Sono tanti gli strumenti a disposizione della Polizia per contrastare la violenza sulle donne: è da 30 anni che ci impegniamo per combattere questo fenomeno, soprattutto attraverso la campagna ‘…Questo non è amore’, in cui invitiamo le vittime di violenza a sporgere denuncia. Inoltre, vogliamo sensibilizzare anche gli uomini a non compiere più questo tipo di reati. Presto, a Grosseto adotteremo il progetto ‘Zeus’, per rieducare gli autori di violenze di genere, che nella maggior parte delle volte si compiono tra le mura domestiche. Abbiamo portato la campagna anche nelle scuole, perchè riteniamo che il bullismo sia l’inizio di un comportamento che possa sfociare in violenza. Come Questore, ho a disposizione l’ammonimento, una misura preventiva con cui la vittima chiede l’intervento della Polizia per stroncare il circolo di violenza. Nell’ultimo anno, ho disposto 15 ammonimenti in provincia di Grosseto, 13 per stalking e 2 per maltrattamenti in famiglia. Si tratta di uno strumento che riduce sensibilmente la probabilità di femminicidio”.
“Inoltre, abbiamo a disposizione l’applicazione Scudo, una banca dati che racchiude tutti gli episodi di reati compiuti da un soggetto pericoloso – ha continuato il Questore -. C’è anche l’app Youpol per segnalare in forma anonima casi di violenza domestica. Anche il Codice rosa, nato in Maremma grazie alla dottoressa Vittoria Doretti, è uno strumento indispensabile per tutelare le vittime. Noi chiediamo alle donne di denunciare i maltrattamenti, per questo motivo abbiamo realizzato la ‘stanza rosa’, un ambiente protetto che metta la donna e i minorenni a loro agio per raccontare agli agenti di Polizia il problema e arrivare quindi ad una soluzione”.
“Siamo orgogliosi, dopo cinque anni, di ave replicato il progetto ‘Una stanza tutta per sé’ anche in Questura – ha dichiarato Sonia Capperucci -. Questa stanza offre un ambiente meno traumatico nel momento più difficile per chi ha subito violenza: la denuncia. Oggi inizia anche la campagna ‘Orange the world’, che per sedici giorni sensibilizza l’opinione pubblica contro la violenza sulle donne“.
“Il femminicidio è un problema culturale ed educativo – ha sottolineato il Prefetto Paola Berardino -. Molte donne temono di esporsi, quindi consiglio loro, come primo passo, di contattare in forma anonima il numero verde 1522 antiviolenza. In quest’ultimo anno sono triplicati i divieti di detenzione armi da parte della Prefettura, che sono stati 60 tra il 2021 e il 2022″.
“La provincia di Grosseto è quella in cui mergono più casi da ‘codice rosso’ – ha spiegato il Procuratore Maria Navarro -. Ciò significa che in Maremma le donne denunciano maggiormente, anche grazie al ‘codice rosa’, che ha modificato la mentalità delle vittime di violenza e degli operatori che raccolgono le denunce. Tutti i reati in ‘codice rosso’ vengono trattati in tempi rapidissimi dalla Polizia giudiziaria”.