Venerdì 12 agosto Alberto Morici, direttore sportivo del Circolo nautico e della vela dell’Argentario, importante sostenitore e informatore di Artemare Club, sul suo gommone di 7 metri ha incrociato la bellissima nave scuola Palinuro nel canale tra l’Isola del Giglio e il promontorio dell’Argentario e, affiancandosi al veliero sopravvento a debita distanza, lo ha salutato marinarescamante secondo l’etichetta navale.
Racconta Artemare Club che la nave goletta, o meglio “bergantina” Palinuro, è la nave scuola della Marina Militare italiana, in linea di massima impiegata a favore degli allievi sottufficiali, di qualsiasi categoria e specialità, frequentanti il corso normale marescialli presso la Scuola sottufficiali di Taranto, e degli allievi della Scuola navale militare Francesco Morosini di Venezia.
Costruita nei cantieri di Nantes, in Francia, è stata varata nella primavera del 1934, con il nome Commandant Louis Richard, per una società privata, venendo adibita alla pesca e al trasporto del merluzzo nei banchi di Terranova. Nel 1951 viene acquistata dall’Italia per affiancarla alla nave scuola Amerigo Vespucci, in sostituzione della gemella Cristoforo Colombo, ceduta all’Unione Sovietica in conto riparazioni per i danni di guerra, e della nave scuola Ebe, in procinto d’essere posta in disarmo. La nave è entrata in servizio nella Marina Militare italiana il 16 luglio 1955, ribattezzata Palinuro in onore del mitico nocchiere di Enea nell’Eneide di Virgilio.
Durante la sua attività, dal 1955 in poi, la Palinuro ha toccato la maggior parte dei porti del Mediterraneo, del Mar Nero e del Nord Europa, per un totale di più di 160 porti differenti, molti visitati più volte, e si stima che abbia percorso più di 350.000 miglia nautiche pari a circa sedici volte il giro del mondo. Ha inoltre preso parte ai più prestigiosi raduni di imbarcazioni e navi d’epoca e alle regate delle cosiddette “Tall Ships”, tra le quali la “Cutty Sark”, “l’Amsterdam Sail” ed il raduno delle vele d’epoca di Imperia.
Il motto latino della nave è “Faventibus ventis”, tradotto “Col favore dei venti”, come riportato sul crest gelosamente conservato nella collezione di stemmi araldici navali del comandante Daniele Busetto.
1 commento
Meravigliosa