“Vogliamo ricordarla come nostra amica e come persona che è stata vicina al nostro territorio, alle nostre attività”: così si esprime il Governatore della Misericordia di Porto Santo Stefano Roberto Cerulli.
“Così anche per la sua sensibilità che ha voluto mantenere segreta in diverse occasioni – continua il Governatore –. L’abbiamo conosciuta oltre 10 anni fa, all’indomani del naufragio della Costa Concordia, quando, per il tramite della nostra associazione, volle compiere un gesto di generosità nei confronti della famiglia di un disperso a seguito di quella sciagura.Così come per il terremoto all’Aquila, per il quale partecipò alla nostra raccolta di materiale didattico da inviare alle scuole e ai bambini in occasione dell’inizio delle scuole in quel territorio toccato dal dramma del terremoto. Grazie anche alla sua donazione, riuscimmo a far partire da Porto Santo Stefano un furgone carico di cancelleria, zaini e materiale vario che portammo, con i nostri volontari, direttamente nelle zone terremotate.
Così come anche durante la prima ondata di pandemia che stava dilagando anche nella nostra regione, aderì alla nostra sottoscrizione per la raccolta fondi per l’acquisto di un respiratore da donare all’ospedale di Grosseto. Ricorderete che girava voce che in Lombardia queste apparecchiature non si trovavano più e si parlava di ‘scelta’ dei medici di attaccarli ad un paziente piuttosto che ad un altro. Apparecchiature salva-vita il cui costo superava i 18.000 euro. Una cifra impegnativa…ma noi tentammo. A pochi giorni dalla pubblicazione sui giornali di questa iniziativa, ricevetti una telefonata: prefisso di Roma. Era lei. ‘Roberto ho saputo della vostra raccolta. State tranquilli. Ho dato mandato alla banca di effettuare un bonifico per l’intera cifra. Affrettatevi a comprarlo’. Anche lì rimasi senza parole. E grazie al suo gesto la raccolta decollò a tal punto che riuscimmo addirittura ad acquistarne due e donarli all’ospedale di Grosseto. Anche per questo gesto non voleva ‘far rumore’: insistetti per fare un comunicato stampa perché riuscii a convincerla che altri avrebbero potuto imitare il suo gesto. Acconsentì.
Ma l’evento per noi più importante è stato quando ha voluto compiere un gesto di bene direttamente a favore della nostra associazione e cioè la donazione di un fondo a Porto Santo Stefano, dove lei aveva la sua palestra. Volle regalarcelo per le nostre attività e soprattutto credendo nel nostro impegno e nella nostra presenza attiva sul nostro territorio. Sicuramente, sapendo del suo stato di salute, ha voluto lasciare un segno concreto per questa nostra istituzione alla quale credeva. E per preparare questo gesto volle incontraci, senza dirci nulla della decisione che stava maturando. Ci invitò un giorno per un aperitivo al bar Fuga. Insieme a lei, ad attenderci l’amico Renato Tulino, con la moglie Romilda e il suo collaboratore Gianluca. Con me portai alcuni volontari per presentarle i ragazzi che stanno ogni giorno sul pezzo nonostante le paure del Covid. Parlammo per un’oretta circa. Volle sapere i dettagli dei nostri servizi, delle nostre attività, di come fosse difficile riuscire a mantenere in piedi un’associazione così importante per l’Argentario intero. Volle conoscere le difficoltà che quotidianamente stavamo incontrando con le emergenze durante il Covid… le motivazioni dei volontari, le loro paure, i sentimenti delle loro famiglie…
Rimase ammirata per l’opera dei nostri ragazzi. La invitai allora a visitare la sede sul nostro lungomare ed accettò. Ci incamminammo e in pochi attivi Raffaella era a farci visita. Con tutte le precauzioni possibili salutò i volontari in servizio e volle visitare i nostri mezzi e gli interni delle ambulanze. Veramente un bell’incontro che sicuramente stava aprendo la strada alla sua idea di donarci l’immobile di via Panoramica. Al termine dell’incontro, per ricambiare la sua amicizia le donammo una bella pianta di fiori. Gradì tantissimo quel gesto.
Trascorse del tempo e poi una telefonata: ‘Roberto, sono Raffaella ho pensato una cosa: vorrei donarvi un mio immobile che ho a Porto S. Stefano. Potrete farci le vostre attività…”’ E io ancora senza parole. Tentai di ringraziarla…ma niente: non me lo permetteva. Ci avrebbe regalato un suo fondo di oltre 160 metri quadrati a Porto Santo Stefano. Con Renato andammo a vederlo: un regalo grandissimo per il suo valore immobiliare. E così l’appuntamento a Roma dal notaio. E anche lì la sua presenza si caratterizzo dall’accoglienza, dalla disponibilità e dalla dolcezza. Intrattenne con noi tanti discorsi e come accennavamo a qualche tipo di ringraziamento sviava sempre il discorso. In quell’incontro ebbi però uno strano presentimento; nonostante la sua dinamicità di sempre rimase con gli occhiali scuri e la mascherina ben messa: sembrava che volesse nascondere qualcosa…e forse, alla luce di questa tragedia, penso volesse tenere per se il suo brutto segreto e non mostrarlo a nessuno. Le donammo un quadro con uno scorcio bellissimo di Porto Santo Stefano, uno scatto del nostro volontario Marco Solari che dall’alto del suo drone metteva insieme la nostra sede, il bellissimo lungomare e la piazza. E sulla destra una dedica a lei: ‘A Raffaella Carrà, quale piccolo segno di riconoscenza e gratitudine da parte di ogni volontario che, grazie al suo gesto, trova lo stimolo per un rinnovato impegno di servizio a favore dei sofferenti e bisognosi’. Ci salutammo semplicemente, con una foto ricordo che quasi non voleva fare. E alla mia domanda: ‘Signora posso fare un piccolo comunicato per rendere pubblica questa donazione?’. ‘No Roberto, non è il momento….’ E con il suo atteggiamento evasivo mi fece capire che avremmo dovuto aspettare un po’ a dirlo.
L’ultimo ‘contatto’ l’ho avuto il 18 giugno 2021 per il suo compleanno. Le mandai un messaggino di auguri da parte di tutti i volontari per il tramite di un suo collaboratore e non mancò il ringraziamento ‘La signora Carra’ vi ringrazia tanto’.
Ma in quel momento, sappiamo oggi, il suo male stava velocizzando la sua aggressione, per portaci via la nostra bella, brava e amata Raffaella Carrà”.