Vittoria Doretti, coordinatrice della rete regionale Codice Rosa e direttrice del dipartimento “Promozione della salute ed etica della salute” della Asl Toscana sud est, è stata l’unica italiana tra le relatrici della conferenza annuale “Victim Support Europe 2022 – L’età della resilienza“, che si svolta a Malta dall’11 al 12 maggio.
Un’occasione per illustrare, ad una qualificata platea internazionale, la storia del progetto Codice Rosa, istituito nel 2009 nell’allora Asl di Grosseto, e ideato proprio da Doretti, che è poi diventato il fulcro di una Rete regionale fortemente operativa contro la violenza su donne, bambini e anziani in termini di prevenzione, assistenza e cura, tanto da dare vita al nuovo progetto di prevenzione contro la violenza su donne e minori “Ccm Ipazia”, iniziato lo scorso febbraio.
“Sono tornata stanca, ma molto più ricca di quando sono partita sia dal punto di vista umano che professionale”, ha commentato Vittoria Doretti, appena rientrata a Grosseto, che poi ha aggiunto: “Per me è stato un grande orgoglio partecipare a questo evento che ha riunito da molti Paesi istituzioni, forze dell’ordine e associazioni che si occupano di vittime di reato, non solo violenza di genere, ma anche quella generata dal terrorismo e altre forme di violenza. E’ stata un’esperienza stimolante con una accoglienza incredibile. Per questo voglio ringraziare gli organizzatori, in particolare Marina Kazakova, responsabile comunicazione di ‘Victim Support Europe’, per il grande spazio e l’attenzione che mi è stata concessa”.
“Prima del mio intervento – ha proseguito l’ideatrice del Codice Rosa – è stato presentato in anteprima il video, prodotto dalla Asl Toscana sud est, che in sei minuti racconta i 12 anni del Codice Rosa. Poi ho illustrato davanti ai partecipanti della conferenza il nostro lavoro che pone al centro quello che ormai è diventato un modello di sanità pubblica, l’unico del genere presentato alla conferenza. Un progetto talmente apprezzato che rappresentati di istituzioni e organizzazioni di molti Paesi ci hanno chiesto la possibilità di avviare collaborazioni future. Il nostro punto di forza è che il progetto Codice Rosa non ‘è un centro di eccellenza ma una rete istituzionale’; che opera in sinergia tra gli enti, i centri antiviolenza e tutte le altre realtà associative che si occupano di crimini di odio. Una rete fortemente strutturata, che è stata in grado di dare risposte anche durante la pandemia e dove l’elemento di resilienza sta nella forza di appartenere ad una rete in cui la sanità pubblica mette al centro un tema così delicato e dove ognuno svolge il lavoro che gli è stato assegnato”, conclude Vittoria Doretti.