L’Italia è un Paese molto legato alle sue tradizioni. Il folclore tipico dello Stivale trasuda anche da giochi e passatempi, di quelli che vengono praticati principalmente in occasione delle festività. Come non citare la tombola in questo senso? Gli italiani hanno saputo accogliere nel tempo tutte le attrazioni che hanno iniziato a dominare la scena sul tavolo verde, sia in Europa sia in America. I giochi di carte sono quelli che riscontrano il maggior seguito, ma anche i giochi ad estrazione come le lotterie continuano ad attirare gente al giorno d’oggi. Il motivo è semplice: quando bisogna affidarsi solo alla buona sorte, le probabilità di vittoria sono le stesse per tutti. Anche se non si è particolarmente abili negli altri giochi, non si parte svantaggiati. La tombola stessa e il bingo si basano proprio su questi presupposti.
Il bingo è evidentemente un gioco molto simile alla tombola, dalla quale ha ereditato gran parte delle regole. Era il 1929 quando un venditore di giocattoli americano stava giocando a beano in Georgia, inventando involontariamente la denominazione “bingo” per mezzo di un’esclamazione errata in seguito alla sua vittoria. Come nella tombola, si gioca con delle cartelle da 15 numeri e un tabellone da 90. Le principali caratteristiche del bingo vengono individuate allora nei premi, che a differenza di quelli della tombola sono molti di più e consentono soprattutto di aumentare l’ammontare della vincita ottenuta quando si riesce a marcare tutti i numeri di una delle proprie cartelle. Ambo, terno e quaterna, tuttavia, sono assenti.
In Italia il bingo non ha avuto moltissima fortuna. Le prime sale ufficiali sono state aperte alle porte del 2000, dunque diversi anni dopo rispetto ad altri Paesi. Il bingo si gioca in locali specifici, in cui vengono azionati dei distributori di palline numerate che devono essere sostituiti periodicamente e sono costantemente sotto il controllo dell’Agenzia delle Entrate. Insomma, per chi era abituato alla tombola le novità nello svolgimento del gioco sono apparse da subito minime, ma è il contesto di contorno a cambiare, in quanto il bingo viene inteso più come un gioco d’azzardo che come un’attività ludica volta a favorire l’aggregazione. Va da sé che i premi in palio possono raggiungere cifre assai più elevate di quelli della tombola.
Al giorno d’oggi, lungo il territorio nazionale si contano ancora un paio di centinaia di sale da bingo, il cui numero si è drasticamente ridotto negli ultimi anni. Si potrebbe affermare quindi che il momento d’oro del bingo in Italia sia durato a malapena 20 anni. Un quadro pienamente imputabile all’avvento delle piattaforme di intrattenimento digitali, che hanno proposto in più modi sulla rete i giochi più conosciuti. Di conseguenza, nel giro di un lustro molti appassionati che erano soliti giocare dal vivo hanno preferito soluzioni più comode come quelle online, che hanno compreso anche il bingo.
Arrivati a questo punto, non si può escludere che a breve le sale fisiche diminuiranno ancora o che il bingo si sposti interamente sulla rete. Ciononostante, l’improvvisa apparizione di questo gioco in Italia ha intaccato efficacemente l’immaginario collettivo e il bingo ha assunto persino valenza enciclopedica. Solo il tempo ci dirà se il bingo riuscirà a reggere a lungo l’eterno confronto con la tombola.
