Si chiama Soukayna, ha 27 anni, è marocchina, parla arabo, francese, italiano, ed è una mediatrice linguistico-culturale che offrirà supporto ai cittadini stranieri che si vaccineranno nella seduta speciale in programma domenica 26 settembre, dalle 14.30 alle 19.30, alla caserma Savoia a Grosseto, organizzata dalla Asl Toscana sud est per sensibilizzare alla campagna di vaccinazione contro il covid e facilitare l’accesso alla somministrazione.
Soukayna è una dei 5 cinque mediatori linguistico-culturali che saranno a disposizione per agevolare il percorso vaccinale: insieme a lei ci saranno Faisal del Ghana per l’inglese, Afroz del Bangladesh per le lingue bangla, urdu, hindi, Elmedina della Macedonia per quelle albanese e macedone, e Lambita della Romania per il rumeno. Tutti lavorano per Oxfam Italia intercultura che dal 2020 gestisce il servizio di mediazione integrata nell’Asl Toscana Sud est, e, nell’ambito del progetto europeo Icare, è a fianco del servizio sanitario anche in questo momento così importante.
In questo periodo, lei e gli altri mediatori hanno contribuito a promuovere la vaccinazione nelle loro comunità di riferimento, dando informazioni su cosa fare per potersi vaccinare e veicolando il messaggio sull’importanza di essere vaccinati e quindi immunizzati, che assume un valore ancora maggiore nella vita, anche quotidiana, di quegli stranieri spesso in difficoltà soprattutto per via della lingua.
“Per funzionare, la vaccinazione deve essere facile ed accessibile a tutti – sottolinea Stefania Magi, responsabile della medicina interculturale della Asl Toscana sud est -. Le persone di origine straniera sono il 13,5% della popolazione assistita dalla nostra Asl, più del 20% nella fascia di età 18-39. Proprio per semplificare il percorso vaccinale dei concittadini di origine straniera, domenica pomeriggio, abbiamo previsto la partecipazione dei mediatori linguistico culturali e la modulistica sarà tradotta in più lingue”.
“Ogni giorno sono a contatto con cittadini stranieri che abitano qui, non solo marocchini, ma anche di altri Paesi del nord Africa, e vedo con i miei occhi la fatica che di frequente incontrano nell’accedere ai servizi soprattutto per colpa delle barriere linguistiche, anche quando un po’ di italiano lo parlano – racconta Soukayna -. Tanti di loro vogliono fare il vaccino e hanno aspettato con trepidazione il momento di poterlo fare, consapevoli che li avrebbe tutelati dalla malattia e in particolare dalle forme più gravi. I membri della mia comunità si fidano dei vaccini, credono che sia una cosa giusta e l’unico modo per uscire da questa situazione. Nel vaccino vedono anche la via che permetterà loro di poter viaggiare in sicurezza per tornare nel Paese di origine, dove molti di loro hanno i propri cari. Sono persone pratiche e non si fanno inutili domande su cosa contiene il vaccino o sulle ipotetiche conseguenze, ma guardano al vantaggio che l’immunizzazione porterà a tutti. Uno dei problemi riscontrati è la prenotazione. Oggettivamente non è semplice, per un cittadino straniero soprattutto se non europeo, superare le barriere informatiche e burocratiche, molte volte su loro richiesta mi sono occupata io di fissare l’appuntamento. Per questo sono certa che la giornata di domenica sarà un’importante occasione e la giusta modalità per accorciare la distanza tra gli stranieri e l’immunizzazione”.
Un ruolo importante, quello di Soukayna, che svolge con grande impegno e dedizione per aiutare gli stranieri di lingua araba e francese a vivere meglio nella comunità italiana. Dopo la laurea in Mediazione linguistica, il suo primo impiego professionale è stato come educatrice sanitaria di comunità nell’ambito del percorso nascita della Asl Toscana sud est: “La disponibilità di un facilitatore linguistico ha supportato molte donne in gravidanza che hanno così potuto conoscere e usufruire dei servizi del consultorio – conclude Soukayna –. Lavoro anche con i bambini stranieri nelle scuole e i miglioramenti nel rendimento scolastico si vedono. La mia esperienza mi rende pienamente consapevole dell’importanza di sostenere dal punto di vista linguistico chi non ha gli strumenti sufficienti per orientarsi in un Paese straniero e questo vale anche per i percorsi di vaccinazione anti-Covid”.