“Sono un residente del centro storico e stamani, andando a fare una passeggiata di prima mattina sulle Mura medicee, ho trovato sul camminamento un primo grosso cancello metallico montato presso la Cavallerizza e un secondo montato all’ingresso della Mura da piazza del Sale, il che impedisce totalmente di continuare la passeggiata circolare. Un cartello edilizio annuncia i lavori di ristrutturazione che interesseranno la Cavallerizza per trasformarla dallo stato attuale a quello di parco giochi per bambini (pare)”.
A dichiararlo, in una lettera inviata alla nostra redazione, è Angelo Filippone.
“Approfondito l’argomento, ho accertato che è previsto il progetto di ristrutturare la Cavallerizza e chiudere tutta l’area interessata da essa, compreso il pezzo di camminamento delle Mura – continua la lettera -. Anche nel condividere parzialmente l’intento (dichiarato) di questa amministrazione comunale, di voler sottrarre il monumento al degrado attuale, mi chiedo cosa c’entri limitare le libertà dell’intera collettività ad usufruire del camminamento sulle Mura (si pensi ad esempio ai runner o agli anziani, che di solito fanno la passeggiata con il fresco, cosa che non potranno più fare, se si mette un orario d’apertura limitato). Dico limitato in quanto, una volta terminati i lavori, verrà installato al posto della rete metallica che annuncia il cantiere, un terzo cancello in modo che l’intera area della Cavallerizza verrà chiusa e fruibile solo in una determinata fascia oraria, verosimilmente assai circoscritta. Non si capisce il perchè si voglia impedire un camminamento circolare come avviene in tutte le città dotate di una simile meraviglia (vedi Siena, Lucca). Non regge certo la motivazione della sicurezza in quanto, dopo gli investimenti pubblici delle telecamere e della nuova illuminazione, da tempo fortunatamente non sentiamo più episodi di cronaca, facendosi vanto amministrativo di aver restituito questo bene alla fruibilità dell’intera collettività sottraendola definitivamente al degrado e all’insicurezza”.
“Credo, invece, che ci troviamo di fronte all’ennesimo bene che una volta reso appetibile con i soldi pubblici, viene dato in gestione all’associazione profit di turno, si veda la storia del Cassero ad oggi, a compimento di un’ideologia che il bello non è pubblico, ma privato. Spero che chiunque abbia a cuore il futuro di questa città mediti su questa mia piccola riflessione e provi ad impedire l’ennesimo torto fatto alla città stessa e alla popolazione o quantomeno, magari, portare questa amministrazione o la prossima – termina la lettera -, visto che siamo in prossimità di elezioni, a ripensare su questo aspetto del progetto o quantomeno allungare la fascia oraria di apertura e chiusura attualmente prevista che penalizza proprio i fruitori più civili e rispettosi dei beni comuni“.