“Sarebbe bello che il mio collega sindaco Francesco Ferrari facesse un video e dicesse: ‘Mi sono sbagliato, non dovevo licenziare Giacomo Termine. È stato un errore‘”.
A dichiararlo è il sindaco di Monterotondo Marittimo, Giacomo Termine.
“L’ammissione di un errore riuscirebbe in parte a recuperare un’azione evidentemente ispirata solo da una volontà politicamente intimidatoria – spiega Termine -. Sarebbe bello perché io credo nella buona politica e nel buon senso delle persone. Piombino ha una storia importante, una grande comunità portatrice di valori e non si merita di essere rappresentata con azioni avventate che evocano uno squadrismo politico di ormai lontana memoria”.
“Per ricordare a tutti. Il 24 dicembre 2019 (anche la data voleva essere simbolica) il Comune di Piombino ha comunicato il mio licenziamento per non aver superato il periodo di prova a causa delle numerose assenze per permesso amministrativo – continua il sindaco -. Furono brutti giorni e fu un brutto Natale, ma avevo piena fiducia nella decisione dei giudici a cui ho presentato immediato ricorso. Troppo palese, perfino rozza, la qualità del gesto di licenziamento immotivato. Il sindaco Francesco Ferrari, da poco eletto a Piombino, voleva dare uno schiaffo che derogava da ogni regola giuridico amministrativa a chi la pensava diversamente da lui. Evito tutti gli aggettivi ulteriori che servirebbero a definire il gesto del neo sindaco di Piombino, ci hanno pensato i giudici di Livorno“.
“Nella sentenza il giudice ha disposto – spiega Termine -:
- ‘accerta e dichiara l’illegittimità del recesso dal rapporto di lavoro comunicato dal Comune di Piombino in data 24.12.2019 e il conseguente diritto del ricorrente a proseguire il periodo di prova nei termini e nei tempi dell’art 20 CCNL;
- ordina al Comune di Piombino di riammettere in servizio Termine Giacomo per la prosecuzione del periodo di prova nei tempi e nei termini del CCNL’.
Una sentenza che in termini più generali, nel confermare i diritti e la legittimità dei permessi dei Sindaci, anche di quello di Piombino), difende i meccanismi di funzionamento del nostro Stato democratico. Nella categoria dei ‘permessi retribuiti’ ci sono tante tipologie tutte finalizzati ai diritti sociali e di partecipazione: maternità e paternità, sindacati, matrimonio, studio, assistenza familiari, seggi elettorali, lutti, concorsi e esami, donazioni di sangue e, appunto, le cariche pubbliche elettive“.
“Ho voluto scrivere le tipologie dei permessi per aiutare Francesco Ferrari a formarsi una cultura amministrativa democratica – conclude Termine -. Nel proseguo del suo mandato questa memoria potrebbe tornargli utile a non incorrere in altri gravi errori”.