“È il 9 marzo e lei ha terminato il turno nel reparto Covid dell’ospedale milanese dove presta servizio. Si scatta un selfie e il suo volto è segnato da ore di mascherina e occhialoni, indossati per evitare di contrarre il virus che da lì a qualche settimana avrebbe ucciso centinaia di italiani. Nel post racconta la stanchezza dei turni massacranti, diventando un simbolo”, così “La Repubblica” racconta la storia di Alessia Bonari, l’infermiera ventitreenne di Grosseto, tra le cinquanta candidate a “Donna dell’anno” nell’iniziativa di “D”, il settimanale del quotidiano.
Con lei, tra le altre, è possibile votare online fino al 31 ottobre, la magistrata Margherita Cassano, presidente aggiunto della Corte di Cassazione, prima donna a ricoprire una carica così alta alla Corte Suprema, l’influencer Chiara Ferragni e l’economista Laura Parisi. Cinquanta donne che hanno rappresentato forza e determinazione in un anno drammatico per il Paese.
Il post che ha reso popolare Alessia era già stato ripreso da quotidiani e tv, tanto che è stata invitata sul red carpet di Padrenostro, film di Claudio Noce, al Festival di Venezia, in rappresentanza di tutti i medici, infermieri e operatori sanitari che hanno combattuto conto la pandemia.