All’Argentario quest’anno non c’è stato solo il boom di presenze turistiche, quasi 2 milioni, ma anche le soste di navi da crociera e barche a vela aumentate del 43%. Lo ha comunicato il sindaco Franco Borghini, che proviene da famiglia di gente di mare. In questi giorni anche due importanti superyacht Explorer sono arrivati a Porto Santo Stefano, il Polar Star (nella foto in alto), alla fonda davanti al Calvello, e Our Way (nella foto in basso), ormeggiato alla storica banchina della Pilarella.
Il superyacht Polar Star di 63,4 metri, costruito da Lurssen in Germania, nel cantiere navale di Rendsburg, è stato consegnato al suo proprietario nel 2005 e ristrutturato l’ultima volta nel 2016. Precedentemente chiamato Northern Star, i suoi interni di lusso sono stati progettati da FM – Architettura di interni. La configurazione interna di Polar Star è progettata per ospitare comodamente fino a 10 ospiti durante la notte in 5 cabine, che comprendono una master suite, 2 cabine doppie e 2 cabine doppie ed è in grado di imbarcare fino a 19 membri dell’equipaggio a bordo in 9 cabine. Polar Star è caratterizzato da uno scafo dislocante in acciaio e sovrastruttura in alluminio, con ponti in teak ed è dotato di un sistema di stabilizzazione ultramoderno che riduce l’effetto del rollio per crociere più piacevoli.
Our Way è un superyacht per navigare ovunque, costruito in acciaio e alluminio nel cantiere australiano della difesa Tenix, è stato consegnato nel 2004 e ha avuto un completo refitting nel 2013. Ha sistemazioni per 10 ospiti in cinque cabine con una master suite, tutte con bagno privato e alloggi per sei membri dell’equipaggio. Le grandi aree del ponte in teak offrono una varietà di spazi di vita, pranzo, intrattenimento o relax, l’ampio salone comprende comodi posti a sedere in divani e poltrone un bar e una sala da pranzo formale. È ugualmente adatta per una rilassante crociera in luoghi esotici o per un serio lavoro di spedizione in ambienti esigenti. Our Way è completamente attrezzato per le spedizioni subacquee, con una grande piattaforma di imbarco a poppa, attrezzatura subacquea e un compressore per immersioni. Il suo robusto scafo e la sua autonomia di 5.000 miglia nautiche lo rendono un perfetto Explorer.
Perchè sono mitici i superyacht Explorer lo spiega Artemare Club, nostro informatore: il primo di questo tipo di navi da diporto fu “Itasca”, varato nel 1961, era un rimorchiatore d’altura oceanico costruito in Olanda dai cantieri J& K Smits Scheepswerven, per coronare un sogno, “Il passaggio a Nordovest”, un’avventura marinara che aveva bisogno di un mezzo adeguato.
Itasca rappresenta l’inizio dell’era degli Explorer, nel 1980 questa nave da 53,6 metri fu riconvertita in superyacht e da allora questi giganti degli oceani si sono evoluti per essere non solo sicuri, ma anche piacevoli, ecologici, lussuosi, perché “il sesto continente” è tornato al centro degli interessi di armatori disposti a compiere lunghe navigazioni per mete poco conosciute, luoghi remoti raggiungibili per lo più via mare e oggi non c’è cantiere o studio di progettazione che non abbia almeno una proposta in tal senso, così da prodotto di nicchia sta diventando un fenomeno di tendenza.
Foto: Daniele Busetto