La Maremma è un meraviglioso microcosmo variegato di paesaggi, genti, colori, profumi e sapori. A cavallo tra le province di Livorno e Grosseto che già veniva citata dal sommo poeta, Dante Alighieri, nella sua Divina Commedia delineandone i confini tra “Cecina e Corneto” (ovvero Tarquinia). Questa parte di Toscana si caratterizza per raggruppare in pochi chilometri lunghe spiagge e mare cristallino, monti ricoperti da fitti boschi, zone lacustri e zone termali naturali.
Maremma significa storia e tradizione anche a tavola, ma anche ricchezza di prodotti tipici strettamente legati al territorio montano quanto quello costiero, contraddistinti da semplicità e gusti pieni, così apprezzati tanto da essere invitati in tv in diretta al programma Unomattina Estate di Raiuno, dove lo Chef Shady ha preparato la pappa al pomodoro come prevede la ricetta classica dei nostri nonni.
Tanto per aprire lo stomaco si comincia con i crostini maremmani, facendo rosolare in padella un trito di cipolla, costa di sedano, un rametto di rosmarino, carota, qualche foglia di salvia e l’aglio con olio extravergine d’oliva toscano. Nel frattempo ripulire i fegatini di coniglio, tagliarli a pezzetti molto piccoli insieme alla carne di maiale (circa in rapporto di 3 a 1) ed aggiungere il tutto al trito di verdure. Continuare a rosolare tutti gli ingredienti uniti per circa 15-20 minuti a fuoco medio, salare e pepare a piacere (aggiungere un po’ di brodo o di acqua bollente per evitare che si secchi la carne, in particolare i fegatini). Alla fine della cottura si può passare tutto nel frullatore per ottenere un composto cremoso, da spalmare su fette di pane casereccio abbrustolito.
Per gli amanti del pesce, invece, sulle fette di pane della gustosa bottarga di Orbetello accompagnata da qualche acciuga sottolio rigorosamente piccantina.
È giunto il momento dei primi con pappardelle o pici alla lepre, gnocchi di pane al cinghiale, fettuccine al tartufo, i celebri “ciaffagnoni” di Manciano al sugo di carne e besciamella. Altrimenti un delizioso piatto di tagliolini agli scampi o “risotto alle femminielle” di Orbetello.
A seguire un’altra porzione di “acquacotta” o una zuppa di legumi, magari arricchita da profumati porcini. Come dimenticare il “caldaro” (zuppa di pesce tipica di Porto Santo Stefano) e la celebre “panzanella” con tonno e verdure seguita da baccalà alla maremmana, “scaveccio” di pesci poveri oppure anguilla.
Si tratta perlopiù di ricette alquanto basilari, ma tutt’altro che semplici. Fortunatamente – come ci spiega Lucrezia Bellucci di www.reviewbox.it – le ultime tecnologie vanno incontro anche agli chef della domenica, con app del tipo SideChef in grado di leggere dal suo ricettario e ricevere indicazioni vocali, le bilance di Smart Qsine connesse via Wifi per avvisare quando le scorte stanno per finire o sono prossime alla scadenza o l’app Edo capace di segnalare i cibi più sani e meno calorici partendo dalla scansione del codice a barre.