Ha avuto inizio ufficialmente oggi, presso la sala museale del reggimento Savoia Cavalleria, il progetto di restauro per uno dei manufatti storici gelosamente custodito dai baschi amaranto della Maremma. Alla presenza delle autorità locali e dei benefattori che hanno contribuito, a titolo gratuito, a rendere possibile questo progetto, Concita Vadalà, restauratrice fiorentina, ha ricevuto l’incarico di intervenire sullo stendardo del reggimento spagnolo “Guadalaxara”, preda di guerra conquistata da “Savoia Cavalleria” nella battaglia di Camposanto del febbraio 1743.
Il 104° Comandante, Col. Ermanno Lustrino, ha spiegato, agli intervenuti, l’importanza rappresentata dall’iniziativa che, oltre a permettere il recupero del manufatto, ormai da secoli in “Savoia” e che ha raggiunto nel 1995 l’attuale sede di Grosseto, è un’ulteriore testimonianza dello stretto legame che si è instaurato nel corso degli anni con la città ed i suoi abitanti. Ringraziamento particolare al Gen. Alessandro Pasquariello, già Ufficiale in “Savoia Cavalleria”, presidente della sezione locale dell’ANAC (Associazione Arma di Cavalleria) fervente promotore del progetto, il quale ha rappresentato il collegamento fondamentale tra il reggimento e la cordata di benefattori grossetani, tra cui oltre alla stessa sezione ANAC figurano: Elettro Meccanica Moderna, Clodia Commerciale, Ticci antiquariato, Lyons Club Host Grosseto, EDI Grafica Italia, OAG industries, Studio Bartoletti, Cielo Verde, Camarri calzature.
Lo stendardo di “Guadalaxara” dalle importanti dimensioni (253 cm x 220 cm) vedrà interventi su tutta la superficie: sul tessuto di fondo in gros di seta bianca, sull’ermisino di seta rossa delle decorazioni e sui ricami di filati policromi. Il termine dei lavori è fissato per il mese di giugno prossimo, in concomitanza con il raduno nazionale dell’ANAC che quest’anno, per l’importante traguardo dei 75 anni dalla fondazione ha scelto Grosseto come sede di svolgimento.
Il reggimento “Savoia Cavalleria” (3°), che dal 2017 vanta la cittadinanza onoraria del capoluogo della terra di Maremma, rappresenta concretamente un’opportunità per la comunità, un centro di cultura e storia dal quale attingere e con il quale condividere le emozioni del passato, dal periodo preunitario fino ai giorni nostri, scorrendo le pagine cariche di episodi, volti e testimonianze concrete, arricchendo il cuore e la mente di quanti vi entrano in contatto.