“È stato imbarazzante trovarsi per l’ennesima volta in pochi anni nella condizione di non poter accedere al Cassero senese con la mia carrozzina, per assistere a uno spettacolo musicale. E dover constatare ancora quanta sciatteria, per non dire vero e proprio disinteresse, presieda alla tutela di un diritto fondamentale come quello dell’accessibilità per le persone con disabilità ai luoghi deputati a manifestazioni pubbliche. Con buona pace della retorica su diritti, qualità dell’offerta culturale e dei servizi turistici. Ma tant’è“.
A dichiararlo, in una lettera aperta, è Massimiliano Frascino, presidente della Fondazione Il Sole.
“Sabato sera mi sono recato al Cassero per assistere al concerto del bluesman statunitense ‘Watermelon Slim’, organizzato dalla società che ha preso in gestione quello spazio e dall’Istituzione Le Mura. Arrivato all’ingresso, alla base della rampa che porta alla piazza bassa del Cassero dove poi si è svolto il concerto, ho dovuto prendere atto che mancavano le chiavi per far funzionare i due montascale – spiega Frascino -. I tecnici del suono che assistevano il musicista hanno cercato in ogni modo di trovare una soluzione, pur non avendo alcun obbligo. Mentre nessuno dell’organizzazione si è preoccupato di farsi vivo, anche solo per chiedere scusa. Dopo una ventina di minuti si è scoperto che il primo montascale poteva in qualche modo funzionare, nonostante da giorni fosse noto che si era spezzata la chiave nella serratura dell’interruttore e nessuno si fosse preoccupato di risolvere il problema. Quanto al secondo montascale, invece, non c’è stato verso di reperire la chiave. Di fronte all’offerta di portarmi nell’arena degli spettacoli a braccia, superando la seconda rampa particolarmente ripida, ho ovviamente declinato l’offerta. Ringraziando per la non dovuta disponibilità“.
“Nel frattempo, durante il trambusto per cercare di risolvere la cosa, la solita sequela di persone conosciute e non, che manifestavano il proprio sdegno per l’antipatica situazione. Venendo anche a sapere che sabato sera non c’erano nemmeno le chiavi dei bagni – continua Frascino -. Ma c’è dell’altro, a testimonianza di un modo indecoroso e poco professionale di gestire lo spazio del Cassero senese. Tre giorni prima, mercoledì 31 luglio, mi ero recato ottimisticamente al Cassero per assistere al concerto dedicato al tango nell’ambito della rassegna Music & Wine. Anche in quell’occasione c’erano stati gli stessi identici problemi (la chiave del primo montascale era stata rotta nella serratura in occasione del suo utilizzo per un’altra persona disabile). Ma dopo quaranta minuti di tira e molla, le difficoltà erano state superate grazie alla disponibilità e solerzia del direttore artistico della rassegna, Giovanni Lanzini, che ha chiamato una dipendente della Fondazione Grosseto Cultura, la quale ha reperito le chiavi del secondo montascale. Il quale peraltro faceva un rumore sinistro e poco rassicurante”.
“Questa è la quarta volta in pochi anni in cui mi è impedito di accedere al Cassero. A cui si aggiunge un altro grottesco episodio in occasione del quale non ho potuto partecipare ad un corso di formazione dell’ordine dei giornalisti presso la sede della Prefettura, in piazza Fratelli Rosselli. Sempre per mancato funzionamento dell’ascensore – sottolinea Frascino -. Essendo persona serena e poco incline a utilizzare la mia disabilità in chiave polemica, di solito lascio correre o mi limito a protestare in modo civile, ma deciso. Cercando di capire le ragioni di tutti senza esacerbare la polemica. L’ho già fatto in passato col sindaco Bonifazi e col Prefetto. Forse con colpevole ritardo, ho capito di avere sempre sbagliato. Questa volta segnalerò formalmente le inadempienze ad Asl, Vigili del Fuoco, Vigili urbani e Procura della repubblica. Non ho idea di chi siano le responsabilità, m’interessa solo che siano accertate e che chi ha sbagliato ne paghi le conseguenze. E d’ora in poi lo farò sistematicamente in ogni occasione che mi si presenterà. Perché sono stanco di non poter esercitare un diritto che è mio, ma anche di molte altre persone con disabilità o con temporanei deficit motori”.
“È abbastanza faticoso, e soprattutto umiliante, doverlo fare per veder garantiti diritti elementari in un contesto che si vanta d’essere civile ed avanzato. Ma nel quale prevalgono sciatteria e poco amor proprio – termina Frascino -. Tuttavia, siccome ritengo di avere un bel carattere, me ne farò una ragione. Continuando imperterrito, come direbbe Gramsci, nell’esercizio dell’ottimismo della volontà“.