Si sono svolte quest’oggi, presso la guarnigione di Grosseto, le celebrazioni per il 327° anniversario della costituzione del terzo reggimento Savoia Cavalleria e per il 77° anno dalla carica di Isbuschenskij.
Una giornata molto particolare e densa di emozioni, quella che i baschi amaranto della Maremma hanno voluto regalare a tutte le autorità ed ai tantissimi ospiti convenuti. In un solo giorno è stata ricordata la nascita di uno dei reparti più antichi d’Italia, gli eroi dell’epica carica di quel 24 agosto 1942 in terra di Russia, che scrissero una delle più belle pagine della storia militare italiana e non solo. Infine, il saluto ai reparti in partenza per i nuovi impegni operativi sia in Italia che all’estero, un caloroso abbraccio simbolico di tutti i presenti ai cavalieri paracadutisti che affronteranno con fierezza le sfide future sulle orme degli eroi del passato.
Segno tangibile di stima e affetto per il reggimento ha rappresentato la presenza dei medaglieri delle associazioni nazionali “Arma di cavalleria” e “Paracadutisti d’Italia” a rimarcare la doppia natura, nello spirito e nella sostanza, del Savoia Cavalleria.
A simboleggiare il forte legame con il territorio e le varie realtà locali impegnate nel sociale, il coro “Mani cantanti“, formato dagli alunni di alcune scuole primarie di Grosseto, ha partecipato attivamente alla cerimonia interpretando in lingua dei segni l’inno nazionale sulle note della banda della Brigata “Folgore”. Questa innovativa metodologia didattica di canto si è dimostrata un potente acceleratore per l’apprendimento dell’italiano da parte degli alunni stranieri ed inclusiva per ogni bisogno educativo speciale dei bambini.
Il 104° Comandante, il Colonnello Ermanno Lustrino, nel suo discorso ha voluto dedicare ulteriori parole di affetto verso il reduce Giancarlo Cioffi, venuto a mancare solo pochi mesi fa: “Un vecchio grande soldato che ha accompagnato ognuno di noi in questa grande avventura che si chiama Savoia, ci elettrizzava con il suo sguardo“.
Intenso e culminante momento è stata la lettura di uno scritto del Colonnello Bettoni, Comandante all’epoca della carica, indirizzato alla propria famiglia pochi giorni dopo la battaglia: “Oggi, come vi dissi, sono in linea, pronto ad attaccare domani mattina. Sono sereno. Dio protegga il Savoia e il suo Comandante. Non state in pena“.