Home GrossetoAttualità Grosseto “Qui la mafia non esiste”: se ne parla in un convegno organizzato in Questura

“Qui la mafia non esiste”: se ne parla in un convegno organizzato in Questura

di Redazione
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Sabato 20 ottobre, a partire dalle 15.30, nell’auditorium della Questura di Grosseto, concesso grazie alla collaborazione della Questura guidata dal Questore Domenico Ponziani, si terrà il convegno “Qui la mafia non esiste“, patrocinato dal Consiglio regionale della Toscana dell’Ordine dei giornalisti.

L’evento pubblico, che ha già ricevuto importanti riscontri da parte delle autorità del territorio maremmano, vedrà protagonisti lo scrittore Elia Minari, autore di inchieste riprese nel maxi-processo “Aemilia”, ed il responsabile della Direzione distrettuale antimafia Giuseppe Creazzo, Procuratore Capo della Repubblica di Firenze. A moderare l’incontro aperto al pubblico, organizzato dalle associazioni “Attac Grosseto”, “Working Class Hero” ed “Agende Rosse gruppo Peppino Impastato” sarà il giornalista Luciano Calì.

Lo spunto per dare inizio ai lavori sarà offerto dalla recente presentazione del “Secondo rapporto sui fenomeni corruttivi in Toscana“, curato dalla Scuola Normale Superiore di Pisa ed analizzato in anteprima a Firenze poche settimane fa alla presenza del dottor Giuseppe Creazzo e del Procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho.

Secondo il rapporto sarebbero quattro le province toscane a più elevato rischio di penetrazione criminale, ovvero Massa Carrara, Prato, Livorno e Grosseto.

«Mancano evidenze probatorie di un controllo esclusivo del territorio – ha chiarito proprio in quell’occasione il procuratore capo di Firenze, Giuseppe Creazzo, le cosche considerano la Toscana come terra di conquista dove c’è spazio per tutti. Non si registrano per questo guerre di mafie».

Una presenza comunque da non sottovalutare, come segnalato anche dalla Scuola Normale Superiore di Pisa, che ne ha tracciato una mappa indicando la presenza in Toscana delle quattro mafie tradizionali che hanno sviluppato attività e scambi di tipo economico, arrivando a contare 78 clan, per il 48% legato a gruppi della ‘ndrangheta calabrese e per il 41% affiliati alla camorra, con la restante parte divisa equamente tra “Cosa Nostra” e “Sacra Corona Unita” pugliese.

Ad emergere come organizzazione ormai transnazionale sarebbe quindi la ‘ndrangheta, come confermato dal procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero de Raho e dalla stessa inchiesta giornalistica condotta da Elia Minari e raccontata nel volume pubblicato da Rizzoli, “Guardare la mafia negli occhi”. Un lavoro che ha portato a svelare i retroscena insospettabili nel Nord Italia, utilizzati anche all’interno di diverse indagini giudiziarie di ‘ndrangheta, come nel caso dello scioglimento per mafia del Consiglio comunale di Brescello, paese della provincia di Reggio Emilia conosciuto per racconti di Guareschi sui personaggi di “don Camillo” e “Peppone”.

Appuntamento dunque alle 15.30 presso l’auditorium della Questura di Grosseto, con la raccomandazione da parte degli organizzatori di provvedere per tempo alla prenotazione gratuita dei posti attraverso il modulo pubblicato all’indirizzo www.maremmaincontra.it.

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