“Celebrare la memoria di un anniversario serve a dar valore a tutto quel male-dolore come possibile scuola da cui imparare a non ripetere più, a dire mai più!”
E’ quanto detto dal vescovo Rodolfo nell’omelia pronunciata questa mattina nella Messa celebrata nella cripta della Basilica del Sacro Cuore, nel 75esimo anniversario del bombardamento di Pasquetta.
“Per noi cristiani – ha aggiunto il presule – la memoria non è solo ricordo di un evento ormai assegnato al passato, ma è legata alla fede in Cristo, il centro della storia umana. Come cristiani siamo chiamati ad attraversare il tempo, la storia e il quotidiano avendo in noi i sentimenti, lo sguardo, il cuore di Gesù, ricordando, certo, le vicende tristi e drammatiche che hanno segnato il passato, ma allo stesso tempo convinti di un bene sempre presente, impegnati ognuno, in un piccolo segmento di tempo e di spazio, a diventare luogo, presenza di Dio. Egli ha voluto condividere la storia con noi, compresi i drammi e i disastri umani. Questo ci porta a non arrenderci, a non adattarsi, anche a soffrire di più forse nelle situazioni, perché ogni volta che si ferisce un fratello, si ferisce Dio, la sua carne, il suo volto”.
“Credere – ha continuato il Vescovo – comporta più partecipazione, più coinvolgimento alla sorte dell’umanità, più condivisione pagata di persona, senza però far cadere la speranza e la fiducia, ma tenendo fisso l’impegno a rinascere, a ricostruire”.
Riferendosi poi alla cripta, il vescovo Rodolfo ha ricordato come monsignor Paolo Galeazzi la volle “perché fosse memoria feconda. Oggi è affidato a noi, perché sia spazio di consolazione e perdono”.