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La Chiesa di Grosseto si mette in cammino verso Batignano per conoscere e venerare padre Giovanni Nicolucci da San Guglielmo, scelto come “testimone della misericordia” in questo anno giubilare.
Sabato 16 aprile è, infatti, in programma il pellegrinaggio a piedi da Nomadelfia a Batignano, dove il venerabile Giovanni trascorse parte della sua esistenza in Maremma e dove sono conservati i suoi resti mortali, nella teca in vetro all’interno della chiesa parrocchiale di San Martino.
Il pellegrinaggio sarà un’occasione ulteriore per approfondire la conoscenza di questo uomo di Dio, che con la sua presenza ha santificato questa terra. E’ per tale motivo che la Diocesi lo ha scelto come “testimone della misericordia”, per accompagnare il cammino giubilare nell’Anno Santo straordinario indetto dal Papa, per riportare al cuore di ogni cristiano che la misericordia “è la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita”.
Padre Nicolucci è una figura da conoscere di più e meglio e il pellegrinaggio a piedi verso il luogo che da secoli ne custodisce le spoglie è un gesto di penitenza per essere introdotti al dono della misericordia, ma anche un atto di gratitudine verso la comunità di Batignano, impegnata da sempre a tenerne viva la memoria. I batignanesi già lo considerano santo e, seppure ancora il religioso non sia salito agli onori degli altari, è già comunque un luminoso testimone di credente e di sacerdote, amante della vita interiore, della preghiera, della Parola, sostenitore dei poveri, appassionato delle sorti degli uomini del suo tempo. E’ per questo che la sua figura è attuale e “parla” anche a noi donne e uomini del terzo millennio.
La chiesa di Batignano luogo giubilare
In occasione del pellegrinaggio, il vescovo Rodolfo ha decretato la chiesa parrocchiale di Batignano luogo giubilare, dove poter ottenere l’indulgenza plenaria. Per questo, sabato, al termine della Messa solenne, monsignor Cetoloni presiederà il rito di apertura della Porta Santa della Misericordia nella chiesa di san Martino. Dopo quella della Cattedrale e della cappella dell’ospedale, sarà la terza Porta Santa aperta nella Diocesi di Grosseto.
“Per tutta la Diocesi il valore che riveste l’apertura della Porta Santa a Batignano sta proprio nella figura del venerabile padre Giovanni – spiega il vescovo Rodolfo –. Una figura forte, che risponde all’invito del Papa a valorizzare i testimoni di fede e di misericordia presenti nei territori e riaffermare il valore universale della santità, a cui ogni battezzato è chiamato. Naturalmente occorre che il cuore di tutti sia sempre più educato a questi gesti che ci parlano della misericordia di Dio. Il mio auspicio, dunque, è che oltre al pellegrinaggio diocesano del 16 aprile vi sia dalle parrocchie, dai gruppi di catechismo, dalle associazioni e aggregazioni laicali un movimento spirituale significativo, perché in molti possano salire a Batignano e, varcando la Porta Santa, scoprano questo autentico testimone che ci è di modello”, conclude il Vescovo.
Al pellegrinaggio interverranno il sindaco di Montecassiano, il paese in provincia di Macerata dove nacque padre Giovanni, insieme al parroco. Saranno presenti anche delegazioni degli Ordini degli Agostiniani e degli Agostiniani scalzi, a cui è appartenuto il venerabile.
“Per la comunità di Batignano – spiega il parroco don Pier Mosetti – il pellegrinaggio diocesano rappresenta un dono grande, che ci introdurrà alla festa della Madonna delle Grazie che celebreremo la settimana successiva”.
Una mostra e un libro
Collaterali al pellegrinaggio due iniziative culturali importanti: grazie al contributo finanziario della Pro loco di Batignano, la parrocchia ha allestito, nella cappella di San Giuseppe, una mostra sulla vita e la spiritualità del venerabile Giovanni. La mostra è stata curata dal parroco don Pier Mosetti con la collaborazione di Chiara Lucifero, Emiliano Eusepi, Daniele Bai, Alberto Ragosta e nelle prossime settimane sarà fatta girare nelle parrocchie che ne faranno richiesta. Negli undici pannelli testi tratti da “Un roveto ardente”, libro scritto da padre Ignazio Barbagallo, e foto di Marco Caruso e Arcangelo Alessandri. Il progetto grafico è della Edizioni Medicea di Firenze.
E’ in stampa, inoltre, un libro a cura di Alberto Ragosta, che ricostruisce la vita del religioso, raccontata anche attraverso una pubblicazione a fumetti, anch’essa in corso di stampa.