Abbiamo ricevuto e pubblichiamo integralmente un comunicato congiunto di Carla Palmieri e Renzo Alessandri, rispettivamente presidente e direttore di Rete Imprese Grosseto, sulle multe alle bancarelle dei mercatini artigianali che si svolgono nel capoluogo maremmano:
“Si potrebbe obbiettare sull’opportunità – un intervento ad iniziativa in corso, i vigili, le foto –, si può ‘gridare’ la politica del pendolo – da un eccesso di tolleranza al massimo rigore –. ma è innegabile l’alone di opacità che circonda feste e sagre e, all’interno di queste, la fioritura di mercatini artigianali che spesso del tutto artigianali non sono.
I prodotti dell’ingegno, infatti, sono quelli in cui la componente di ingegno emerge. Chi si diletta a fare (per esempio) dei posacenere e li vende all’intero di un mercatino, ‘vende’ un prodotto del suo ingegno o maschera, eludendo il fisco, un’operazione commerciale?
E’ necessario fare chiarezza: valorizzando l’ingegno, perseguendo i tentativi di elusione e diradando l’opacità. Ma è proprio impossibile dar corso a controlli preventivi o regolamentare gli eventi?
Ciò premesso, non fosse altro per doveri d’ufficio, vogliamo fare un’ulteriore precisazione.
Il proliferare dei mercatini e delle sagre ha moltiplicato i cosiddetti mercatini artigianali, o presunti tali, che vengono allestiti all’interno di queste iniziative.
Il danno economico che queste realtà inducono nella rete commerciale tradizionale non è facilmente stimabile, ma non è (con i tempi che corrono) nemmeno trascurabile
Molti non sanno tra l’altro che il legislatore, varando la legge 443/85 (la cosiddetta legge quadro dell’artigianato) ha espressamente disposto che ‘nessuna impresa può adottare, quale ditta insegna o marchio, una denominazione in cui ricorrono i riferimenti all’artigianato se non iscritta all’Albo delle imprese artigiane”’ e che la stesso principio è stato ribadito dalle leggi regionali (art. 7 punto 3, legge Regione Toscana 22.10.2009 n. 53).
La sanzione a carico dei trasgressori (che sarebbe addirittura aggiuntiva a quella comminata dal Comune) era ed ancora è fissata in 5 milioni di vecchie lire.
Contrabbandare un mercatino di hobbysti per un mercato artigianale, di conseguenza, potrebbe costare caro.
Che dire, se il pendolo resta puntato, come peraltro sarebbe giusto, sul lato del rigore, forse siamo solo all’inizio ….”.