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Un mercatino di ceramiche artigianali per aiutare i bambini di Betlemme

di Redazione
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Ceramiche fatte e decorate a mano, frutto della maestria e dell’abilità creativa di una mamma, che ormai da molti anni ha messo a disposizione questo suo dono per gli altri, in modo particolare i bambini della Terra Santa, abbandonati o malati, accolti in strutture cattoliche con le quali da molti anni collabora il vescovo Rodolfo.

Le ceramiche artigianali arrivano anche a Grosseto: sabato 25 e domenica 26 ottobre, dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle 20, nell’atrio del palazzo vescovile, in corso Carducci 11, sarà infatti allestito un mercatino dove sarà possibile acquistarle e sostenere in questo modo le varie realtà a cui il vescovo Rodolfo, nei suoi periodici viaggi in Terra Santa (il prossimo a metà novembre), consegna le offerte di tanti benefattori sparsi in tutta Italia.

Si tratta, in particolare, dell’ospedale pediatrico “Caritas baby hospital”; della scuola materna “Crèche” (la Mangiatoia del presepe), retta dalle suore di San Vincenzo de’ Paoli, che accoglie oltre 50 bambini fino a cinque anni, poveri o abbandonati; dell’istituto scolastico per sordomuti “Effetha” (Apriti!), voluto nel 1964 dal beato Paolo VI dopo il suo pellegrinaggio in Terra Santa, e affidato alle suore di Sant’Anna, che accolgono circa 120 ragazzi fino alla maturità; dell’istituto per bambini portatori di handicap “Hogàr” (Focolare) del nino Jesùs”, curato dalle suore del Verbo Incarnato e, infine, della “Terra Sancta College”, la più antica scuola di Betlemme fondata nel XVI secolo dai Frati Minori Francescani della Custodia di Terra Santa, attualmente frequentato da oltre 2mila studenti cattolici, ortodossi e musulmani, dalla materna alla maturità.

“Il mercatino delle ceramiche – spiega il vescovo Rodolfoè una delle tante iniziative nate circa quindici anni fa dopo che alcune mamme parteciparono ad un pellegrinaggio in Terra Santa. Il contatto con una realtà segnata da povertà e disagio in cui versavano e versano tante famiglie, toccò il cuore di quelle mamme, che, tornate in Italia, sentirono il desiderio di tradurre quell’incontro in iniziative di fraternità e di sostegno. Sono nate, così, adozioni a distanza per permettere a diversi bambini di frequentare la scuola, coinvolgendo familiari, amici, parrocchie, scuole, istituzioni. Da allora Betlemme ha subìto tante difficoltà, ma le forme di aiuto si sono intensificate, accrescendo una sensibilità sempre più diffusa verso un sostegno semplice e diretto, che ci fa davvero sentire prossimi di chi sta peggio.

Una mamma per dare il suo contributo ha riscoperto un suo hobby giovanile: la ceramica dipinta. Si è rimessa a realizzare opere artigianali e ad esporle inizialmente nel ristorante di famiglia, poi in mercatini realizzati in parrocchie e non solo. Ho desiderato che questa esperienza arrivasse anche a Grosseto, perché il legame tra la Diocesi e la Terra Santa, rappresentato dalla pianta di ulivo che mi è stata donata il giorno del mio ingresso ufficiale come Vescovo, si traduca in esperienze piccole e grandi di cooperazione con quelle istituzioni cristiane che a Betlemme si prendono cura di bambini poveri, abbandonati o malati per restituire loro dignità e futuro. Mi auguro davvero che i grossetani raccolgano questo invito e visitino il mercatino che allestiremo”, conclude il vescovo.

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