La Rama è una grande narrazione collettiva: sugli autobus, in un secolo di vita, si sono intrecciate storie di lavoratori, di studenti e di cittadini che, spostandosi, hanno contribuito a cambiare le proprie esistenze e, con esse, il destino stesso della Maremma e dell’Amiata.
Nel giorno in cui viene presentato il libro di Stefano Maggi dal titolo “I trasporti in provincia di Grosseto. Studi per i 100 anni della Rama”, arriva “FotoRama – immagini narrate”. Rama 100 lancia così una nuova iniziativa sulla sua pagina Facebook per raccontare la storia della più antica azienda di trasporto pubblico d’Italia, con la forza delle immagini e la suggestione delle parole. Da ieri, Massimo Ciani, noto avvocato grossetano appassionato di storia locale, diventerà il narratore ufficiale delle tante vicende che hanno avuto come protagonista l’azienda alla mobilità della Maremma e dell’Amiata, lasciandosi ispirare dalle immagini storiche provenienti da archivi delle famiglie del territorio.
In questi mesi, alla pagina Facebook del centenario della Rama sono arrivate moltissime foto da parte di cittadini ai quali era stato chiesto di contribuire a ricostruire la storia della Rama attraverso testimonianze di vita privata, vecchie foto familiari o immagini recenti legate a momenti di vita sugli autobus. Ha iniziato così a nascere quello che sarà un vero e proprio archivio che custodirà la memoria dell’azienda. Oggi, “FotoRama – immagini narrate” vuole raccontare un pezzo di quella grande epopea collettiva di questo territorio e dei suoi mutamenti.
Massimo Ciani lega la sua storia personale a quella della Rama: figlio di un impiegato in biglietteria, Massimo è nato in una delle cosiddette case della Rama, gli appartamenti per le famiglie dei dipendenti che sorgevano vicino a via Oberdan, intorno alle vecchia sede dell’azienda. Ha conosciuto, negli anni, moltissime persone che gravitavano intorno all’azienda di trasporti e ha potuto essere testimone di molte vicende ed episodi che, da oggi, racconterà a commento delle immagine storiche sulla pagina www.facebook.com/ramacento.