Una povertà sempre più diversificata nei differenti ambiti della quotidianità, un numero crescente di famiglie messe in ginocchio dalla crisi economica, la lacerazione delle relazioni provocata da un drammatico innalzamento dell’emergenza sociale, un aumento delle persone che chiedono di consumare un pasto durante la giornata e, soprattutto, un incremento di grossetani, e di italiani in generale, che si rivolgono alla Caritas per chiedere assistenza.
E’ la novità più allarmante che emerge dal dossier 2013 sulle povertà presentato come di consueto dalla Caritas Toscana.
E proprio per fronteggiare al meglio le numerose situazioni di indigenza e di necessità, l’ente assistenziale della diocesi di Grosseto ha ampliato i suoi servizi: oltre a quelli tradizionali, come i centri di ascolto, la mensa, l’emporio della solidarietà, la consegna di indumenti, la possibilità di potersi fare una doccia nelle varie strutture, i pacchi viveri e le visite mediche, nel corso del tempo si sono aggiunti anche l’assistenza legale, il microcredito, il sostengo psicologico e l’orientamento.
Secondo il dossier Caritas, la provincia di Grosseto sta subendo un profondo processo di trasformazione sociale ed in modo particolare il capoluogo maremmano.
Da territorio-cerniera, con un’economia aciclica, che per molti anni l’ha resa impermeabile ai cambiamenti regionali e nazionali e con un periodo di forte crescita, dal 2011 il nostro territorio ha bruscamente interrotto un periodo virtuoso facendo drammaticamente i conti con la crisi.
Nel 2012, il tasso di occupazione a livello provinciale si è attestato al 61,9%: – 3,5% rispetto al 2007 e al di sotto della media toscana. Contestualmente il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 7,6% (+3,8% rispetto alle percentuali fra il 2007 e il 2012). In considerevole crescita le ore di cassa integrazione: a Grosseto +58,9%; in Toscana -12,6%; in Italia -18,8%.
C’è dunque una fascia di popolazione sempre più ampia che viene messa fuori dal mercato del lavoro. Il primo effetto non è solo l’aumento dei disoccupati, ma anche di fenomeni di scoraggiamento, paura, isolamento.
“A Grosseto, esistono diverse associazioni che operano nel sociale – spiega don Enzo Capitani, direttore della Caritas diocesana -. Come Caritas, sentiamo l’esigenza di dare un’interpretazione al fenomeno della povertà crescente e il nostro compito è sempre più quello di stare in mezzo alla gente”.
“La società contemporanea vive un periodo di grande sofferenza – continua don Enzo – e la nostra reazione al disagio di vivere può essere duplice: o voltiamo le spalle agli altri o aiutiamo chi sta peggio di noi, compatibilmente con le nostre possibilità e le nostre risorse materiali ed economiche. Questa vicinanza ai bisognosi è fondamentale, perché permette di conservare le relazioni sociali, una necessità primaria per l’individuo quanto quella di avere qualcosa da mangiare”.
“La prima emergenza sociale è rappresentata dalla solitudine, dalla progressiva mancanza di fiducia nelle istituzioni e anche nelle altre persone – conclude il direttore della Caritas diocesana -. Questa crisi economica ha inferto una ferita mortale alla fiducia dell’uomo: si tratta di un processo pericoloso che può portare all’anarchia. Proprio per questo la nostra priorità è ricostruire la società civile e la Caritas cerca di adempiere a questo compito offrendo la testimonianza della Chiesa”.
“Il ribaltamento nelle percentuali di italiani che si rivolgono alla Caritas e, nella fattispecie, ai nostri centri di ascolto, è dovuto alla capillare diffusione di queste strutture in tutto il territorio – spiega Luca Grandi, vicedirettore della Caritas diocesana –. Gli operatori riescono con acume e sensibilità ad intercettare i bisogni delle persone che vivono nella provincia di Grosseto e questa capacità comporta un aumento delle persone che decidono di rivolgersi alla Caritas e di usufruire dei vari servizi”.
“Devo sottolineare – continua Grandi – che tutti questi servizi sono realizzati da un una serie di volontari encomiabili, che in un anno hanno aiutato ben 926 fra persone e nuclei familiari. Questi operatori hanno il pregio di essere dentro la città e di capire le varie necessità e i differenti bisogni di ogni zona di Grosseto. Un’altra risorsa preziosa, infine, ci viene offerta dai ragazzi che svolgono il servizio civile alla Caritas”.
“Abbiamo registrato un aumento dei bisogni, delle richieste e degli accessi alla Caritas – dichiara Sabrina Morandi, responsabile dell’osservatorio delle povertà e delle risorse della Caritas diocesana -. I dati in nostro possesso dimostrano che la povertà ha molte sfaccettature, investe tutti gli aspetti della persona e l’indigenza materiale rappresenta solo la punta di un iceberg che nasconde una miseria sociale e di relazioni drammatica che può portare molti individui all’emarginazione”.
“Quando sono arrivato nella diocesi di Grosseto – spiega il vescovo Rodolfo Cetoloni – sono rimasto colpito da raggio di azione della Caritas, che svolge alla perfezione il suo ruolo primario di espressione della Chiesa”.
“Chiedo quindi a questo ente – continua Monsignor Cetoloni – di continuare su questa strada, di essere sempre più gli occhi, il cuore, la mente e la voce della Chiesa per dare aiuto a tante persone che sono sconosciute alla società contemporanea e vivono in solitudine. Un plauso va soprattutto ai sacerdoti e ai volontari perché rappresentano il motore della Caritas”.
Nella foto, da sinistra verso destra: Sabrina Morandi, don Enzo Capitani, Monsignor Rodolfo Cetoloni e Luca Grandi