Home GrossetoAttualità Grosseto Bonfazi scrive ad Enrico Letta e al Parlamento: “Discutere alla Camera l’aumento delle pensioni di invalidità”

Bonfazi scrive ad Enrico Letta e al Parlamento: “Discutere alla Camera l’aumento delle pensioni di invalidità”

di Redazione
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“Il Parlamento e, nello specifico, la XII Commissione permanente Affari sociali della Camera dei Deputati, deve mettere all’ordine del giorno e affrontare la discussione sulla legge di iniziativa popolare promossa dall’Anmic (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili) in favore dell’aumento della pensione d’invalidità da 275 a 632 euro, al livello della pensione minima”.

Con queste parole, il sindaco Bonifazi ha voluto sottolineare l’opportunità seguita alle 300mila firme, di cui oltre 3mila raccolte nel grossetano, che hanno accompagnato questa lunga battaglia che va avanti da anni e adesso approdata a Montecitorio.

In una lettera scritta dal primo cittadino al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai ministri competenti e al Presidente della Commissione parlamentare interessata, si torna a sottolineare “il momento economico e sociale sempre più difficile, che richiede però un segnale forte e indiscutibile in favore delle categorie sociali più esposte, anche considerando come le amministrazioni comunali rappresentino ormai il primo presidio sociale dello Stat,o ma sono strette tra la crisi, i tagli ai trasferimenti e i rigidi vincoli del Patto di Stabilità, non riuscendo più a far fronte a tutte le emergenze”.

“E’ un dovere dello Stato – ha proseguito Emilio Bonifazigarantire il più possibile l’autonomia a persone che sono affette da malattie o vittima di incidenti sul lavoro e che devono poter contare su un sostegno economico dignitoso”.

E’ certamente corretto combattere la piaga dei ‘falsi invalidi’ – ha concluso il sindaco di Grosseto –  che percepiscono ingiustamente quando spetta di diritto alle persone veramente in difficoltà e con limitazioni serie ad una vita pienamente indipendente, ma questa crisi economica chiede oggi a tutte le istituzioni la capacità di non lasciare sole proprio quelle persone che più di tutte e palesemente rischiano l’isolamento e la povertà”.

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