Home Ambiente Comunità energetiche rinnovabili, Legambiente: “Toscana cresce, ma Italia è ancora troppo indietro”

Comunità energetiche rinnovabili, Legambiente: “Toscana cresce, ma Italia è ancora troppo indietro”

Angelo Gentili: "La Maremma può diventare un modello di transizione energetica"

di Redazione
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Grosseto. Le Comunità energetiche rinnovabili (Cer) rappresentano una delle principali opportunità per rendere la transizione energetica realmente partecipata e diffusa, ma l’Italia sta procedendo con un ritmo troppo lento rispetto agli altri Paesi europei. Se in Germania si contano 4.800 comunità energetiche, in Olanda 980 e in Francia 340, nel nostro Paese, secondo gli ultimi dati del Gestore dei servizi energetici, sono appena 100 le comunità effettivamente operative. Numeri che dimostrano quanto sia necessario accelerare il processo, sia dal punto di vista normativo che infrastrutturale, per rendere questo modello più attrattivo e accessibile.

In Toscana, l’evoluzione delle Comunità energetiche rinnovabili è evidente: se nel 2022 non risultava attivo alcun impianto, oggi se ne contano almeno 15, con 19 impianti operativi e una potenza installata di 1,8 megawatt, a servizio di 93 utenze. Un dato in continua crescita, grazie alla costituzione di nuove comunità e alla realizzazione di impianti in attesa di allaccio o di adesione da parte di altri utenti.

Legambiente è in prima linea per accelerare la transizione energetica, promuovendo le comunità energetiche rinnovabili e supportando i piccoli Comuni nel dare nuovo impulso ai territori. Grazie al progetto “BeCome: dai Borghi alle Comunità energetiche”, l’associazione offre supporto sia alle amministrazioni locali sia ai singoli cittadini che desiderano contribuire concretamente allo sviluppo di un modello energetico più sostenibile e inclusivo. In questo contesto, Legambiente ha anche istituito il Premio Comunità energetiche rinnovabili e solidali, giunto alla sua seconda edizione con scadenza il 30 aprile. Il premio è destinato alle realtà che ottimizzano l’uso delle energie rinnovabili, favorendo il benessere delle comunità, migliorando la qualità della vita e contribuendo alla riduzione delle disuguaglianze energetiche.

“Le Comunità energetiche rinnovabili (Cer) rappresentano una svolta fondamentale per la decarbonizzazione e per il coinvolgimento delle comunità locali, promuovendo la produzione di energia rinnovabile a livello locale. Mettendo al centro l’autoproduzione e la condivisione di energia rinnovabile tra più soggetti, offrono un modello che parte dal basso e che promuove l’autosufficienza energetica delle comunità. Tuttavia, è indispensabile accelerare l’implementazione di questi modelli, affinché possano svolgere un ruolo sempre più centrale nella transizione verso un futuro energetico sostenibile. La normativa attuale deve essere migliorata per garantire un reale vantaggio economico ai cittadini e alle imprese che aderiscono a questi progetti, altrimenti il rischio è che restino una possibilità per pochi anziché un’opportunità diffusa e capillare – afferma Angelo Gentili, componente della segreteria nazionale di Legambiente -. Dobbiamo superare gli ostacoli burocratici e favorire la diffusione di impianti di maggiore potenza, per far sì che la transizione energetica diventi concreta e incisiva. La Toscana sta facendo progressi importanti, ma è fondamentale che il percorso sia accompagnato da politiche di sostegno chiare e da una visione strategica di lungo periodo”.

Il tema delle Comunità energetiche rinnovabili è sempre più centrale nei dibattiti sulla sostenibilità e sul futuro del settore energetico. L’urgenza è chiara: senza un deciso cambio di passo, l’Italia rischia di restare indietro in una transizione energetica che deve essere rapida, inclusiva e realmente efficace. Le Comunità energetiche rinnovabili (Cer) non sono solo uno strumento tecnico, ma un modello di democrazia energetica che combatte la povertà energetica, trasforma il modo in cui produciamo e consumiamo energia, riducendo l’impatto ambientale e promuovendo l’indipendenza energetica a livello locale.

“La transizione energetica deve essere affrontata a 360 gradi, come un mosaico di azioni integrate che comprendano non solo le Comunità energetiche rinnovabili, ma anche impianti agrivoltaici, parchi eolici, progetti di efficientamento e di rinnovabili nelle case, nei tetti dei capannoni, negli edifici pubblici e altre soluzioni innovative. Ogni intervento deve rispettare il territorio ed essere sviluppato in pieno accordo con le comunità locali, per garantire benefici reali e condivisi. A partire dal 2026, la bolletta di ciascuno sarà correlata alla quantità effettiva di rinnovabili presenti nei singoli territori. La Maremma ha tutte le carte in regola per diventare un laboratorio di questa trasformazione. Il momento di agire è adesso, prima che sia troppo tardi: rallentare significa perdere un’opportunità storica per rendere il nostro sistema energetico più sostenibile, democratico e indipendente”, conclude Angelo Gentili.

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