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Firenze. Il rischio siccità torna ad affacciarsi sul 2023, nonostante le precipitazioni piovose e nevose di gennaio.
Secondo i dati del Servizio idrogeologico regionale (Sir), l’annualità 2022, appena trascorsa, si è chiusa con un deficit pluviometrico in Toscana. Negli ultimi 12 mesi il deficit a livello regionale è stato di circa -11% (corrispondente a -107 millimetri di pioggia), con particolare criticità nella toscana nord-occidentale, con deficit medi compresi tra il -32% e il -37% (corrispondente a 500-600 millimetri di pioggia in meno) nelle valli del Magra, del Serchio e nella zona Versilia-Apuane.
I primi giorni del 2023 avevano fatto sperare in un ‘recupero’ grazie alle precipitazioni nevose e piovose, verificatesi soprattutto a gennaio, ma il mese di febbraio ha visto piogge scarse, inferiori alla media, su quasi tutto il territorio regionale, registrando un deficit pari a circa il -57% (corrispondente a circa 47 millimetri di pioggia in meno). A questi dati, presentati oggi nel corso di una riunione dell’Osservatorio dell’Appennino settentrionale sulla crisi idrica, si accompagnano le previsioni del Lamma, che parlano per i prossimi tre mesi di precipitazioni nella media e temperature leggermente superiori, una situazione che invita alla prudenza paventando la possibilità di una nuova estate a rischio siccità.
“Ci auguriamo che la realtà sia migliore delle previsioni – ha detto l’assessore regionale all’ambiente, Monia Monni –, tuttavia stiamo lavorando su più fronti per farci carico del problema e tentare di prevenire le criticità. Già lo scorso anno, grazie al Dipartimento di emergenza nazionale, abbiamo realizzato interventi per 4 milioni di euro finalizzati alla lotta alla siccità, tra cui nuovi pozzi, interconnessioni, manutenzione e riempimento depositi; inoltre, in virtù della proroga dello stato di emergenza nazionale, abbiamo potuto presentare nuovi progetti, sui quali siamo già al lavoro con Autorità idrica toscana e con i gestori. A questo dovrebbe aggiungersi il nuovo invaso di San Pietro in Campo in Val d’ Orcia, con un potenziale da 50 milioni di metri cubi di acqua. Stiamo anche confrontandoci con gli agricoltori sul tema dell’irrigazione agricola, ma il ruolo dei cittadini resta fondamentale e per questo ritengo essenziale informare fin da subito la popolazione di questo rischio e invitarla ad evitare sprechi di acqua”.
“Per una conoscenza esatta del problema – ha aggiunto Monni – è essenziale il lavoro del settore idrogeologico regionale che monitora costantemente la quantità di acqua presente sia nei corsi d’acqua che nel sottosuolo. Poiché la situazione, dopo l’estate critica del 2022, è tornata nuovamente a livelli di attenzione, ritengo opportuno avvisare del rischio tutti i cittadini toscani e dar loro la possibilità di seguire lo sviluppo della crisi idrica. Per questo i report del servizio idrogeologico regionale, costantemente aggiornati, saranno disponibili per tutti sul sito https://www.sir.toscana.it/report-idrologici”.
Precipitazioni
Nello specifico, nel mese di febbraio 2023 le precipitazioni si sono attestati su valori medi regionali prossimi a 35 millimetri, con i valori massimi nel bacino del Serchio e in Versilia. Il resto dei bacini regionali sono caratterizzati da valori medi areali di circa 30-35 millimetri, con minimi di circa 15-20 millimetri localizzati nei bacini del Fiora, Ombrone e Cornia. Rispetto al triennio precedente il deficit pluviometrico nel bacino del Fiora è del 62% (corrispondente a circa 42 millimetri in meno), del Po -64% (corrispondente a circa 73 millimetri in meno), dell’Ombrone grossetano del -52% (corrispondente a circa 33 miilimetri in meno), dell’Arno -54% (corrispondente a circa 43 millimetri in meno), del Tevere -51% (corrispondente a circa 40 millimetri in meno), del Magra -74% (corrispondente a circa 104 millimetri in meno), del Serchio -66% (corrispondente a circa 85 millimetri in meno). I bacini della costa toscana vedono un -51% (corrispondente a circa 33 millimetri in meno) ed infine i bacini della Versilia registrano -67% (corrispondente a circa 92 millimetri in meno).
Fiumi
Le portate fluviali registrate nel mese di febbraio 2023 evidenziano valori medi inferiori a quelli storici (< 25° percentile). Questo andamento, visibile in tutti i bacini, risulta particolarmente evidente riguardo al Serchio, nel Valdarno Inferiore e negli altri bacini costieri centro-settentrionali. I dati relativi al Valdarno Superiore e all’Ombrone grossetano mostrano valori leggermente migliori, posizionandosi tra il 25° e il 75° percentile, ma si attestano proprio in corrispondenza del limite inferiore di questa fascia, confermando nella sostanza il deficit generale.
Falde
L’analisi delle falde mostra un evidente abbassamento nell’area centro settentrionale del territorio toscano. Registrate nei bacini del Serchio, in Versilia e nella riviera Apuana e fino al Magra soggiacenze inferiori ai valori medi storici (< 25° percentile). Condizioni di criticità persistono lungo la fascia costiera livornese, tra il fiume Cecina e San Vincenzo, dove ancora si registrano abbassamenti significativi in particolare nell’area di San Vincenzo. Le falde esaminate sono state 68.