Secondo le associazioni ambientaliste Legambiente, Wwf, Carteinregola, Green Italia, Coordinamento Toscano produttori biologici, Italia Nostra, la variante urbanistica semplificata adottata dal Comune di Capalbio “rischia di produrre danni irreversibili su un territorio di grande valore dal punto di vista paesaggistico, naturalistico e soprattutto rurale, con interventi edilizi che potrebbero alterare il corretto equilibrio esistente tra insediamenti e territorio“.
Nelle osservazioni presentate al Comune, le associazioni evidenziano come “la variante sia in contrasto con il quadro normativo urbanistico nazionale e regionale e segnalano l’omesso svolgimento della conferenza di co-pianificazione e addirittura la mancanza dei presupposti per definire ‘semplificata’ la variante”.
Ma soprattutto le associazioni lanciano l’allarme “sulle ricadute cementizie del provvedimento sul paesaggio e sull’economia di Capalbio: la possibilità di aprire un ‘mercato delle volumetrie agricole’, insieme ai premi di cubatura consentiti in nome delle ‘energie rinnovabili e dell’edilizia sostenibile’, e alla moltiplicazione delle tettoie pertinenziali, potrebbero portare ad accorpamenti assai impattanti proprio nelle zone di maggior pregio paesaggistico e appeal turistico, senza alcun criterio tipologico, planivolumetrico, o un indice di fabbricabilità. Inoltre, in deroga ai parametri edilizi e urbanistici e agli indici fondiari minimi si permetterebbero trasferimenti di volumetrie da capannoni o ruderi in aree agricole di maggior pregio e sensibili aumenti volumetrici per gli agrialberghi, con una moltiplicazione di strutture turistiche senza uno studio conoscitivo delle reali esigenze e soprattutto degli impatti sul territorio, vera base di ogni pianificazione urbanistica“.
A rafforzare questa posizione e a conferma della validità delle osservazioni critiche delle associazioni, c’è anche il pronunciamento del settore urbanistica e pianificazione della Regione Toscana che ha ritenuto fondati alcuni dei rilievi più significativi contenuti nelle osservazioni. Il fatto che tale posizione abbia trovato riscontro nel pronunciamento della Regione rappresenta per le associazioni “un elemento cruciale per dare forza alla strenua battaglia in difesa del territorio che deve continuare la sua azione con una rinnovata forza“.
Le associazioni ambientaliste non hanno dubbi: “Con la variante semplificata, le aziende agricole potrebbero vendere i propri annessi capitalizzandone il valore, ma provocando il progressivo abbandono dell’attività agricola, privata dei necessari annessi per la conduzione del fondo o l’allevamento del bestiame“.
Le associazioni chiedono quindi con forza al Comune di Capalbio “di ritornare sui propri passi e rivedere la norma, con strumenti conformi alla pianificazione urbanistica e paesaggistica sovraordinata, formatisi a seguito di un processo partecipativo e consultivo il più ampio possibile, basati su dati conoscitivi, ricognitivi e classificatori dell’esistente, che consentano agli operatori economici di avere un quadro previsionale certo su cui modulare i propri investimenti”.
Dalle associazioni arriva anche una richiesta di intervento delle autorità competenti in materia (Soprintendenza e Regione Toscana) e “l’impegno a continuare ad attivarsi per portare a conoscenza della cittadinanza e dell’opinione pubblica gli sviluppi del provvedimento, impegnandosi fino in fondo per la salvaguardia del patrimonio paesaggistico e di ambiente, agricoltura e turismo di Capalbio“.