“La seguente proposta viene oggi inviata a tutti i i sindaci della provincia di Grosseto e viene portata all’attenzione e condivisa con i partecipanti all’odierno forum su ambiente e sostenibilità, promosso dal Partito Democratico, nell’ambito dell’iniziativa ‘La Toscana delle idee‘”.
A dichiararlo è l’associazione Grosseto al Centro.
Ecco il testo integrale della proposta:
“Premessa
L’Ispra – Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale – pubblica ogni anno un rapporto sui rifiuti urbani, analizzando i risultati di tutte le province italiane: la provincia di Grosseto, per scelte sbagliate in passato, fa registrare tra le più basse quote di raccolta differenziata del Centro Nord Italia, con le tariffe più alte.
Le esperienze nazionali delle realtà più virtuose mostrano che:
- il porta a porta consente di raggiungere livelli di raccolta differenziata attorno al 60%;
- l’applicazione della tariffa puntuale al porta a porta (pago solo l’indifferenziato e in base al peso) consente di raggiungere circa l’80%;
- il passaggio successivo, che permette di superare il 90% di raccolta differenziata e il recupero di materie prime oltre il 60%, implica necessariamente che le pubbliche amministrazioni entrino nella modifica dei processi produttivi (es. vendita di prodotti sfusi, cialde da caffè riciclabili, pannolini riciclabili etc).
Dai rapporti Ispra si comprende come sarebbe opportuno imitare le realtà italiane più virtuose, che da oltre 10 anni stanno recuperando una grandissima quantità di lavoro proprio dal riciclo delle materie prime seconde, riducendo i costi e le tariffe ai cittadini.
In una recente tre giorni svoltasi a Capannori (Lcca), al quale ha partecipato buona parte degli oltre 300 sindaci aderenti alla strategia Rifiuti Zero, è stato illustrato come il rapporto tra gli occupati nella filiera dell’incenerimento e gli occupati nella filiera del recupero di materie prime e nel suo indotto sia nell’ordine di 1 a 50. A questo si aggiunga che la Regione Veneto, stimolata dalle locali associazioni di imprenditori e artigiani, ha approvato un atto in cui afferma di non voler più costruire inceneritori ma solo impianti per il recupero della materia, in grado di generare maggior reddito e occupazione. Negli ultimi anni il Veneto ha chiuso due inceneritori e ne ha cancellati altri due.
La situazione
La provincia di Grosseto, avendo scelto in passato l’opzione di incenerimento dei rifiuti e, di conseguenza, la realizzazione alle Strillaie dell’impianto di produzione del combustibile derivato da rifiuti (Cdr) per gli inceneritori, ha posto un ostacolo alla crescita della raccolta differenziata e all’avvio di aziende che selezionano i materiali da raccolta differenziata recuperandoli.
La scelta a favore dell’incenerimento è data dalle caratteristiche della convenzione del 2005 per la costruzione dell’impianto delle Strillaie, tra il soggetto pubblico (oggi Ato Toscana sud) e il soggetto privato (oggi Futura Spa) che ha costruito l’impianto. Tale convenzione prevede il conferimento, fino al 2040, di una quantità costante di rifiuti indifferenziati. Appare evidente come questo vincolo ostacoli la crescita della raccolta differenziata e il conseguente recupero dei materiali.
L’incenerimento si contrappone alla chiusura del ciclo dei rifiuti poiché ne trasferisce in atmosfera (un ambiente non controllabile) le micidiali micro e nanoparticelle. Da qui si è fatta strada la consapevolezza della necessità di cambiare filiera, necessità riconosciuta nel 2017 anche dalla Giunta regionale della Toscana.
La proposta
L’associazione Grosseto al Centro propone a tutti i sindaci della provincia di Grosseto che si commissioni a un competente centro di ricerca la stesura di un progetto di riconversione dell’impianto delle Strillaie, affiancato da un Piano economico finanziario da sottoporre al gestore privato, che possa consentirgli un equivalente recupero dei capitali investiti fino al 2040, organizzando all’interno dell’impianto le fasi di selezione e di recupero delle materie prime da avviare all’industria italiana.
Al riguardo si consideri che gli oltre 300 Comuni italiani che hanno adottato la strategia Rifiuti Zero, la quale prevede il massimo recupero di materie prime, producono da tempo dati utili alla definizione di analoghi piani economico finanziari da sottoporre ai gestori. Si tratta di contattare le realtà virtuose, e i loro consulenti, che hanno già sperimentato tali scelte.
Grosseto al Centro ritiene che spetti ai sindaci delle quattro Aree omogenee di raccolta della provincia di Grosseto promuovere tale proposta all’interno dell’Assemblea dell’Ato Toscana Sud.
La legge impone di raggiungere almeno il 65% di raccolta differenziata già dal 2013. Dato che tale obiettivo non viene raggiunto nella maggior parte dei comuni dell’Ato Sud, ad eccezione di Magliano e Montieri, ogni anno i cittadini pagano una penale. Il problema è che ogni sforzo in direzione dell’aumento della differenziata riduce la quota di rifiuti indifferenziati, ostacolando l’obbligo di garantire fino al 2040 le quantità fisse di rifiuti indifferenziati previste dalla convenzione stipulata con il gestore dell’impianto delle Strillaie.
Grosseto al Centro ritiene che i sindaci, nell’interesse diffuso delle comunità che amministrano, abbiano quindi il dovere di far annullare in autotutela la convenzione con il gestore delle Strillaie, offrendo come contropartita un progetto di riconversione supportato da un Piano economico finanziario altrettanto valido per il gestore“.