Gli attivisti antivivisezionisti del Coordinamento Macachi liberi non rinunciano a dare battaglia al progetto che vede l’Università di Torino e Parma coinvolte nell’esperimento della durata di 5 anni sui deficit visivi umani causati da traumi su 6 macachi che a fine esperimento saranno soppressi.
Durante la notte sono stati appesi numerosi striscioni per la liberazione dei macachi e oggi in più di 30 città italiane, fra cui Grosseto, sono visibili le scritte che chiedono con forza al ministro Roberto Speranza di bloccare l’esperimento.
Anche questa azione, come la precedente del 26 novembre 2019, ha visto i cancelli di decine di Facoltà scientifiche e di Psicologia, nonché diversi luoghi strategici, tra cui la sede del Ministero della Salute a Roma, portare il messaggio di liberazione dei macachi: “Ministro Speranza blocca l’esperimento sui macachi di Parma!“.
I primati sono stabulati a Parma e l’esperimento “Lightup – Turning the cortically blind brain to see” (che ha come scopo lo studio del fenomeno “blindsight” o “visione cieca” che si basa sulla consapevolezza o meno della presenza di uno stimolo visivo), dopo una prima prima fase di addestramento, è già passato alla fase invasiva, che prevede un intervento molto doloroso alla corteccia cerebrale per limitare al minimo la vista e studiarne i deficit. L’esperimento ha ottenuto un finanziamento per due milioni di euro di fondi pubblici dall’European Research Council.
Una nota del Coordinamento sottolinea: “Come è possibile sapere se un primate ha la consapevolezza di uno stimolo visivo? Evidentemente non lo è, infatti è dal 1974 che si cerca di usare il fenomeno di visione cieca per riabilitare persone ipovedenti, sempre e solo sperimentando su primati non umani, e non si è arrivati a nessuna conclusione. Pazienti affetti da cecità corticale si sono proposti come volontari per studi non invasivi, ma non sono stati tenuti in considerazione. D’altronde uno studio condotto nel 2017 su esseri umani è costato ‘solo’ 20mila euro, non abbastanza per riempire le tasche dei vivisettori. Chiediamo che questi animali siano liberati e affidati ad un centro di recupero e chiediamo al Ministero della Salute una ricerca scientifica etica, sicura ed efficace condotta con i già esistenti metodi sostitutivi. Sempre e comunque nel rispetto di ogni forma di vita”.
A Parma il 25 gennaio ci sarà il corteo nazionale per i macachi di Parma fino agli stabulari, con partenza alle 13.30 dalla stazione ferroviaria.