Si è riunito questa mattina, insieme ad Asl ed Arpat, il tavolo tecnico comunale sui miasmi che ha sancito la fine del ciclo di controlli che ha interessato gli 8 impianti a biogas presenti sul territorio e che si inserisce in maniera straordinaria nella più ampia azione di monitoraggio.
Dalle verifiche incrociate, condotte da ciascun soggetto per quel che riguarda le proprie competenze, risulta la sostanziale conformità con le autorizzazioni rilasciate. Alcune difformità riscontrate nei controlli, nella gran parte dei casi sono definibili non sostanziali e di lieve entità e non risultano avere incidenza diretta sul saltuario fenomeno delle maleodoranze. Gli impianti sono stati realizzati a seguito di una normativa comunitaria, statale e regionale e tutti i prodotti utilizzati per la produzione di energia elettrica sono individuati in appositi disciplinari contenuti nelle normative di riferimento.
La Regione Toscana ha utilizzato il tavolo tecnico grossetano come esempio efficace per un confronto proficuo tra i soggetti, in attesa di una normativa regionale che detti i limiti in materia: infatti nelle bozze relative alle linee guida regionali sul disagio olfattivo viene proposta la convocazione da parte del sindaco del Comune interessato dai disagi, di un tavolo di confronto proprio sul modello di quello grossetano, con la partecipazione di Arpat, Asl e Regione Toscana.
Il sindaco ha deciso, anche attraverso la sinergia con la Polizia provinciale, di attivare ulteriori controlli con modalità a campione sullo spandimento nei campi dei digestato. Sempre in ordine alle sinergie attivate, proprio oggi è stato avviato un rapporto diretto con Certema, il polo tecnologico di Santa Rita, che ha in dotazione una serie di strumenti e competenze per la misurazione ed il monitoraggio delle emissioni.
“Oggi rassicuriamo pubblicamente i cittadini sulla corrispondenza tra norme esistenti e gestione degli impianti – spiega il sindaco Antonfrancesco Vivarelli Colonna –; attendiamo comunque che la Regione ci dia gli strumenti di monitoraggio e fissi in maniera chiara i limiti. Ma, in questo periodo di vacatio, non siamo stati certo con le mani in mano: ne è la prova l’adozione, all’interno della futura legge regionale, del modello grossetano di confronto. Fin dalle prime avvisaglie del problema, il Comune è stato vigile e si è adoperato oltre le proprie competenze con la sola preoccupazione di avere a cuore e tutelare la salute dei cittadini”.
Il Comune a breve varerà un protocollo d’intesa con i titolari degli impianti, con la supervisione delle associazioni di categoria, per migliorare i processi di gestione delle biomasse e alcune buone pratiche colturali, per limitare al massimo il fenomeno episodico delle maleodoranze.
Ad ulteriore tutela della cittadinanza, il Comune ha avviato una serie di azioni, interessando anche la Regione Toscana, per reperire risorse per l’attivazione di un monitoraggio del disagio olfattivo da parte di un ente terzo scientifico (Cnr, Politecnico di Milano, ecc., con cui sono stati già avviati dei contatti) e in particolare è stata individuata una fonte di finanziamento riportabile al Piano di sviluppo rurale (Psr 2014-2020) per ottenere importanti contributi affinché gli impianti possano dotarsi di nasi elettronici. Nei protocolli d’intesa sarà sottolineata l’opportunità di aprire gli impianti in occasione di veri Open day, affinché i cittadini e le scolaresche possano visitare e comprendere appieno l’attività “green” di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Verrà, infine, organizzata una giornata convegnistica che formi ed informi addetti ai lavori e cittadini sull’argomento.
I lavori del tavolo tecnico proseguono per lo studio e le verifiche dei dati raccolti per poi arrivare alla definizione del protocollo sulle buone pratiche colturali e soprattutto per valutazioni comuni sulla futura legge regionale in materia.