“Nella risposta all’interrogazione presentata dalla consigliera regionale Monica Pecori (Gruppo Misto – Toscana per Tutti), l’assessore regionale all’ambiente Federica Fratoni conferma quanto il comitato Grosseto Aria Pulita va dicendo da tempo: in merito alle emissioni odorigene del territorio comunale di Grosseto ‘un ruolo significativo viene svolto dagli otto impianti di produzione di energia elettrica da biogas’“.
A dichiararlo, in un comunicato, è il comitato Grosseto Aria Pulita.
“L’articolo 41 della Costituzione della Repubblica italiana enuncia che l’iniziativa economica privata non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. Ci chiediamo quindi per quale ragione un amministratore pubblico che affermi quanto sopra non si sia ancora attivato per farne rispettare il principio – continua la nota -. Alla domanda se gli impianti siano oggi gestiti in maniera conforme alle condizioni tecniche previste dai progetti autorizzati e alle prescrizioni l’assessore non risponde, però conferma che Arpat ha rilevato 10 situazioni di non conformità alla norma o all’autorizzazione e che ha suggerito ‘l’applicazione di misure rivolte a mitigare i fenomeni’. Dunque ci domandiamo: la Regione, in qualità di ente responsabile per le autorizzazioni rilasciate all’esercizio di questi impianti, quale iniziativa concreta ha attuato affinché gli impianti vengano conformati alla norma e alle autorizzazioni?“.
“Riteniamo che le numerose prescrizioni presenti nelle autorizzazioni, così come sentenzia il Consiglio di Stato, siano indice di progetti non autorizzabili perché lacunosi e incompleti, e che andrebbero dunque rimessi in esame dalla Regione attraverso la riapertura delle conferenze dei servizi – sottolinea il comitato -. Per quanto riguarda le polveri sottili (le famigerate PM10 e PM2,5), emesse dagli impianti, che l’assessore definisce nella sua risposta ‘un parametro non significativo per questa tipologia di istallazioni … tant’è che la Legge, sia quella nazionale, che quella regionale, non fissa valori limite di emissione’, i cittadini del comitato si riferiscono ai valori limite raccomandati dall’Organizzazione mondiale della sanità e dall’Istituto superiore di sanità; l’assessore, invece, fa riferimento alla legislazione nazionale. Per gli impianti biogas da 1 MW stiamo parlando di polveri emesse da motori a combustione con capacità dichiarate di oltre 100 tonnellate di gas di scarico in 24 ore, senza un monitoraggio, senza un limite individuato dalla legge. La riflessione che poniamo dunque all’assessora è la seguente: prima del 1992, anno in cui il parlamento recepisce le indicazioni sanitarie sulla pericolosità dell’amianto, le concentrazioni di amianto non erano forse pericolose per la salute pubblica, seppur legali?“.
“Ci preme infine sottolineare che, nonostante la legge nazionale stabilisca, per le polveri sottili, dei valori limite che sono due volte e mezza superiori a quelli raccomandati dall’Oms, il più autorevole organismo mondiale di tutela sanitaria, la Regione ha per legge la possibilità di andare in deroga a tali valori, fissando limiti più restrittivi – termina il comunicato -. Il comitato di cittadini proporrà ulteriori interrogazioni al fine di avere risposte puntuali ai temi posti e per sollecitare quanto la legge nazionale consente, a tutela dell’ambiente e della salute pubblica“.