Le dune rappresentano uno degli ecosistemi più vulnerabili e minacciati del nostro territorio, ma che è capace di svolgere un ruolo strategico per la mitigazione del rischio di erosione e delle sfide che i cambiamenti climatici pongono alle aree del Mediterraneo, con impatti significativi sugli ecosistemi, sulla linea di costa e sulle aree urbane.
Salvaguardare il sistema dunale è un passo fondamentale per poter tracciare la strada della riqualificazione e valorizzazione diffusa del patrimonio costiero e promuovere al contempo uno sviluppo turistico attento e rispettoso delle risorse naturali del territorio.
Sono questi in sintesi gli obiettivi del progetto “I guardiani della duna“, il nuovo intervento della campagna “Bellezza Italia” – promossa dal Gruppo Unipol e Legambiente – realizzato a Marina di Alberese, nel comune di Grosseto, area che ricade all’interno del Parco regionale della Maremma, partner dell’iniziativa. Oltre agli interventi di conservazione del sistema dunale, è stato inoltre possibile studiare e mappare altre aree costiere della regione dove sono presenti sistemi di dune in stato di erosione, ricadenti in aree naturali protette molto frequentate durante il periodo estivo e dove sarà possibile in futuro replicare l’intervento.
I risultati del progetto sono stati presentati questa mattina presso la sede del Parco regionale della Maremma ad Alberese da Maria Luisa Parmigiani, responsabile sostenibilità del Gruppo Unipol, e da Stefano Ciafani, presidente di Legambiente, alla presenza di Lucia Venturi, presidente dell’Ente Parco regionale della Maremma, Lorenzo Chelazzi, del Cnr; Nunzio D’Apolito, del circolo Festambiente Legambiente; Claudia Angiolini, dell’Università di Siena, e Lorenzo Moncini, del Crisba – Isis “Leopoldo II di Lorena”.
Contemporaneamente gli studenti del Centro ricerche Crisba sono stati impegnati nella pulizia della spiaggia di Marina di Alberese e nella piantumazione del giglio di mare.
Il progetto ha individuato tre aree d’intervento poste a sud del parcheggio di Marina d’Alberese nelle quali il fenomeno erosivo è ancora evidente, nonostante in parte sia stato mitigato dalla realizzazione dei pennelli a mare e dove durante l’estate si verifica una forte pressione antropica. L’obiettivo del progetto è stato quello di delimitare con pali e corde le tre aree d’intervento e inserire una cartellonistica specifica che spiega il progetto in atto, che prevede la conservazione dei siti da una parte e la piantumazione di giglio di mare (Pancratium maritimum) tipica dell’ambiente dunale dall’altra. Sono state create nove postazioni illustrative per illustrare la morfologia della duna, il progetto in atto e alcune buone norme di comportamento. Si tratta di punti informativi destinati sia a turisti e ai cittadini, sia agli studenti che saranno coinvolti nei prossimi mesi in apposite visite guidate.
«Con questo nuovo intervento di ‘Bellezza Italia’ vogliamo dimostrare che è possibile coniugare la tutela del territorio con la valorizzazione e la promozione di un turismo attento e duraturo nel tempo – dichiara Stefano Ciafani, presidente di Legambiente –. Occorre rispondere in maniera efficace all’evoluzione futura di questo habitat così delicato, perché i sistemi dunali sono uno straordinario patrimonio del nostro Paese e fondamentali alleati dei nostri territori nella lotta ai cambiamenti climatici in atto, ma che rischiano di scomparire sia a causa di fenomeni erosivi o perché costantemente messi alla prova da inquinamento e cementificazione selvaggia».
«L’intervento fatto si pone in scia con altre esperienze pregresse, quale il parco di Capoprati a Roma, in cui ‘Bellezza Italia’ ha coniugato interventi di adattamento al cambiamento climatico, non più un rischio emergente ma un fenomeno con cui ci confrontiamo quotidianamente, con la tutela e la valorizzazione della ‘Bellezza’ della natura, che va rispettata ed abilitata piuttosto che imbrigliata in sovrastrutture che sono tutto fuorché resilienti. Proprio come si sta facendo con la salute delle persone, anche per quella dell’ambiente bisogna non smettere di studiare come la natura ha imparato ad adattarsi ai cambiamenti per attivare le misure di protezione», afferma Marisa Parmigiani, responsabile sostenibilità Unipol.
L’intervento è stato realizzato grazie alla collaborazione con il Parco regionale della Maremma e del Centro ricerche Crisba-Isis “Leopoldo II di Lorena” e si inserisce appieno nelle azioni di salvaguardia già messe in atto dai vari enti territoriali. Nel Parco della Maremma, infatti, il litorale sabbioso che lambisce l’area protetta si estende per circa venti chilometri e i principali fattori di impatto sulla duna sono legati al fenomeno erosivo e alla fruizione delle spiagge da parte del turismo estivo. La prima fase del progetto si è occupata quindi della verifica della documentazione riguardante il sistema spiaggia duna del Parco della Maremma, tenendo conto anche da quanto emerso nel corso dello specifico monitoraggio effettuato nell’ambito degli interventi di recupero e riequilibrio del litorale finanziati dalla Regione Toscana nel 2011 per contrastare il fenomeno dell’erosione costiera all’interno del Parco regionale della Maremma.
«Grazie a questo progetto è stato possibile intervenire anche a protezione della duna – dichiara Lucia Venturi, presidente del Parco regionale della Maremma – con l’auspicio che, nelle aree dove è più erosa, possa presto ricostituirsi e che la sensibilizzazione fatta attraverso i pannelli esplicativi garantisca una fruizione più attenta da parte dei tantissimi visitatori in un sistema così delicato e importante per l’area protetta».
Nello specifico, grazie al progetto è stato possibile posizionare una corda di protezione di circa 1350 metri sorretta da circa 270 pali in legno con la funzione di segnalare alle persone la presenza di un’area di protezione da non oltrepassare. La barriera non ostacola il movimento e il passaggio degli animali e ha un impatto minimo a livello paesaggistico. La scelta dei pali in legno, a differenza di quelli realizzati con materiale riciclato, assicura che in caso di forte mareggiata e dispersione degli stessi, non si verificherà un’immissione in natura di rifiuti non degradabili. Nelle aree dove si è già intervento in questo modo (ad esempio a Collelungo, sempre all’interno del Parco) è stato possibile osservare che gli effetti di questa piccola recinzione sono stati positivi, con una rapida colonizzazione da parte specie vegetali tipiche delle spiagge sabbiose. Gli stessi i turisti hanno rispettato l’area e ciò induce a supporre che anche semplici sistemi di protezione possono essere utili nell’indurre comportamenti di rispetto da parte dei fruitori della spiaggia. Si è inoltre provveduto alla piantumazione di circa cento piante di giglio di mare ottenute a partire da semi nei laboratori del Crisba.
L’intervento, come detto, vuole rappresentare un progetto pilota replicabile in altre zone della fascia costiera toscana dove il sistema dunale è in pericolo. La prima fase del progetto ha consentito di realizzare una mappatura sul loro stato di salute, mettendo in evidenza quei punti della fascia costiera dove sono presenti situazioni di criticità (fauna, flora, sistema idrico, erosione costiera, stato di conservazione, ecc.) e dove sarebbe necessario intervenire con progetti simili di conservazione e ripristino.
Tra queste sono state individuate le area all’interno della riserva naturale dello Stato “Tomboli di Cecina” e in particolare tra Marina di Cecina e Marina di Bibbona, dove la costa presenta evidenti segni di erosione. Ancora, le località nel golfo di Follonica: Parco della Sterpaia, Pratoranieri (Follonica) e Costiere di Scarlino, dove la vegetazione pioniera è pressoché inesistente e sono presenti dei varchi sulle dune (sia fissi che durante la stagione balneare), che intensificano i processi di erosione. O ancora nella riserva naturale Duna di Feniglia, nel comune di Orbetello, uno dei due tomboli (cordoni di sabbia) che delimitano la laguna di Orbetello. Infine si analizza la situazione delle Dune di Lacona, nell’Isola d’Elba, unico esempio di habitat naturale di costa sabbiosa superstite in tutto l’Arcipelago toscano e, per questo, assai meritevole di difesa. Proprio le dune di Lacona sono state colpite ultimamente da una violenta mareggiato che ha messo a dura prova il sistema dunale.
“Bellezza Italia” non è però l’unico fronte della collaborazione tra il Gruppo Unipol e Legambiente, che si articola infatti su diversi ambiti, con il duplice obiettivo di qualificare l’impegno ambientale del Gruppo Unipol nel Paese ed accrescere la consapevolezza dei suoi stakeholder diretti sull’importanza di tutelare e valorizzare il nostro territorio, e in una serie di azioni mirate allo sviluppo di politiche attive e strumenti adeguati a migliorare la resilienza al cambiamento climatico in Italia. Legambiente collabora, infatti, con Unipol anche per progetti riguardanti rischi derivanti dalle calamità naturali, per evidenziare aree e comportamenti di rischio, identificare politiche, interventi ed azioni per la promozione della resilienza e la manutenzione del territorio, anche partecipando a progetti pilota di sensibilizzazione ed educazione.
Lo studio completo è disponibile sul sito www.legambiente.it/bellezza-italia