“Noi sottoscritti cittadini, ringraziando la Regione Toscana che ha approvato e finanziato un processo partecipativo che ha portato al tavolo permanente per la salvaguardia della pineta da Castiglione della Pescaia all’Uccellina, e ringraziando la Pro Loco per la bella iniziativa e per aver ravvivato l’interesse della popolazione riguardo a questo bene prezioso, ricordiamo innanzitutto che l’intera pineta per la legge italiana è una invariante strutturale: cioè non si può modificare, i pini vivi non possono essere tagliati e quelli morti vanno tutti sostituiti. Inoltre, da Marina a Castiglione è integralmente protetta come Sito Sic Sir Natura 2000 Zsc Zps; da Marina a Principina è Area di rilevante pregio ambientale; a sud di Principina è Parco. Soprattutto, costituisce il paesaggio identitario tipico e ammirato della Maremma”.
A dichiararlo, in un comunicato, è il comitato “Salviamo le pinete”.
“Invitiamo inoltre tutti i cittadini, associazioni ed enti pubblici e privati a partecipare alle riunioni del tavolo permanente, che si terranno ogni due mesi, la prossima il 13 aprile 2018, dalle 10 alle 13, nella sala del Consiglio comunale di Grosseto (saranno presenti i 3 Comuni di Grosseto, Castiglione della Pescaia, Magliano in Toscana e gli assessori regionali Bugli e Remaschi) – continua la nota -. Inoltre chiediamo:
1) il massimo rispetto dell’integrità dell’habitat, come indicato dalle direttive europee per le dune con Pinus pinea e Pinus pinaster. Il rispetto della pineta non solo come insieme di alberi e sottobosco, bensì come complesso sistema ricco di biodiversità vegetale e animale, tra cui numerose specie rare e protette da leggi comunitarie, italiane e regionali. Ogni progetto dovrà basarsi sulla conoscenza e integrità dell’ecosistema, con attenzione a tutte le eccellenze faunistiche e floristiche, promuovendo una gestione sistemica e comunque sempre accuratamente sostenibile, escludendo stravolgimenti della struttura del bosco naturalizzato, e tassativamente vietando l’accesso impattante di grandi macchine operatrici.
2) visti gli innumerevoli incendi del 2017, tutti dolosi: che sia disincentivata la cosiddetta ‘industria degli incendi’. Se malauguratamente se ne verificassero ancora, recintare l’area lasciando fare alla natura (in pochi anni tutto rinasce) vietando di tagliare, cippare, ripiantare e senza nulla spendere. Viceversa se non ci sono incendi, all’opposto investire molto denaro: manutenzione, rimozione rifiuti, zonazione con fruizione controllata delle zone B e C da parte della popolazione, ma zona A lasciata completamente alla natura. Inoltre, realizzare antincendio attivo: un operatore h/24 ogni 6-10 ettari (giovane disoccupato, adeguatamente formato), con torri di rilevamento, ripristino delle telecamere già esistenti, mini-robot e droni di rilevamento precoce; autobotti, bacini idrici ed elicottero antincendio vicini; volontariato; educazione ambientale con Centro fuoco (Museo attivo) senza tagli di sottobosco (che gli scienziati dimostrano ha l’effetto di rallentare gli incendi), né di alberi (cesse ecc.: rimedi ottocenteschi utili solo a devastare la pineta e fare cippato per biomasse);
3) quanto alle malattie dei pini, premesso che una certa quantità di parassiti è fisiologica in tutti gli essere viventi, esigiamo di condividere, costantemente e nella massima trasparenza, con la cittadinanza e i nostri esperti le valutazioni, sia generali (ad esempio, nel 2014 sopralluoghi e perizie commissionate dai cittadini indicavano solo una piccola percentuale di pini malati, ben diversa dalla infestazione generalizzata che altri sostenevano: solo una totale trasparenza e continui confronti potranno evitare rischi di tagli inutilmente distruttivi) sia sui singoli pini malati, condividendo la scelta dei rimedi: evitando tagli eccessivi che distruggerebbero una splendida pineta, e privilegiando trattamenti conservativi quali endoterapia, trappole ormonali ecc., sempre restando comunque eventuali l’ultima ratio;
4) per gli interventi selvicolturali, privilegiare quelli ‘cauti, continui e capillari’ (prof. Orazio Ciancio, presidente Accademia italiana di scienze forestali) e finalizzati a mantenere l’invariante della pineta come sistema complesso ricco di biodiversità animale e vegetale, di grande importanza sia per il benessere delle persone, sia per la fruizione turistica dei luoghi: senza la pineta i turisti non verrebbero più a Marina di Grosseto o a Principina a Mare! Perciò bisogna esserne attenti custodi, moderando la pressione antropica e resistendo alla forte pressione delle centrali a biomasse, sempre avide di cippato da bruciare. la nostra pineta non deve finire in fumo!”