“Dal comunicato del sindaco Vivarelli Colonna sui pozzi irrigui sembra che la questione gestione delle aree verdi sia stata risolta“.
A dichiararlo è Roberto Barocci, del Forum ambientalista di Grosseto.
“Da una parte, i condomini che hanno accettato il contratto in comodato d’uso degli impianti d’irrigazione, dall’altra, una parte notevole di cittadini riottosi. E’ necessario chiarire i termini del problema – spiega Barocci -. Se si trattasse della manutenzione del solo ‘Verde ad uso privato’, come il sindaco fa intendere, allora avrebbe ragione. Ciò che, invece, rimane fuori dalla soluzione è il ‘Verde ad uso pubblico‘”.
“La presenza a Grosseto di una discreta quantità di verde ad uso pubblico è un valore importante, tant’è che se Grosseto non è agli ultimissimi posti nella graduatoria delle amministrazioni virtuose, che il Sole 24 Ore pubblica ogni anno, è proprio per l’incidenza positiva sia del verde ad uso pubblico che delle superfici dedicate agli impianti sportivi – continua Barocci -. Credo che si possa essere tutti d’accordo che la gestione dei beni collettivi spetti a coloro che si sono candidati e sono stati eletti dai cittadini affinché si occupino dei beni comuni, cioè spetti all’amministrazione comunale e, tra i beni comuni, c’è sicuramente il verde ad uso pubblico. Altrimenti quali interessi dovrebbero tutelare gli amministratori comunali se non quelli collettivi?“.
“Invece il Comune di Grosseto non vuole occuparsi della gestione del verde a uso collettivo del quartiere Verde Maremma, perché formalmente questo verde sarebbe privato – sottolinea Barocci -. Aver imposto negli anni ‘70 a centinaia di cittadini, acquirenti dei lotti edificabili nel quartiere Verde Maremma, anche la proprietà condominiale delle aree su cui erano in via di esecuzione da parte del lottizzante delle opere di urbanizzazione primaria e secondaria, i cosiddetti ‘comparti’, tra cui anche aree attrezzate destinate al verde di uso pubblico, non recintabili e aperte alla libera fruizione, senza prevederne le forme di gestione, è stato un errore amministrativo/politico che va sanato. D’altra parte la convenzione del 9 agosto 1973 tra il soggetto lottizzante e il Comune di Grosseto, convenzione richiamata in tutti i contratti di acquisto delle singole abitazioni, prevedeva espressamente che alla scadenza della stessa convenzione, nel 1983, tutte le opere di urbanizzazione realizzate dal lottizzante, non solo alcune, sarebbero state cedute gratuitamente al Comune“.
“Se questa passaggio formale a suo tempo non c’è stato e il Comune di Grosseto ha di fatto gestito tali aree dal 1983 come se ne fosse il proprietario, senza che alcuno abbia rivendicato tali proprietà, non si capisce perché e come, ora, il Comune possa rifiutarne la responsabilità della gestione, trasferendo ad una parte di cittadini i costi della manutenzione di un bene ad uso pubblico – termina Barocci -. In sintesi, è la destinazione d’uso di un bene che ne individua la responsabilità della manutenzione, non formali e opportunistiche furbizie“.