Le associazioni di protezione ambientale e i comitati (Fai, Legambiente, Wwf, Comitato per la Bellezza, Rete dei Comitati per la difesa del territorio e Comitato Terra di Maremma), che hanno presentato 68 pagine di osservazioni nell’ambito della procedura di Valutazione di impatto ambientale sui progetti definitivi dei lotti 4 e 5B (57 km circa) dell’autostrada tirrenica – A12 presentato da Sat, chiedono oggi, con un’iniziativa che si è svolta nella sala del Frantoio a Capalbio, al Ministero dell’ambiente e al Ministero per i beni e le attività culturali di bocciare “un progetto ampiamente lacunoso e omissivo, che non serve per gli spostamenti al territorio della Maremma“.
E chiedono al Ministero dei trasporti e delle infrastrutture di adeguare e mettere in sicurezza l’Aurelia partendo dal progetto Anas 2000 e politiche attive verso la mobilità sostenibile per il territorio della Maremma.
Le osservazioni
Nelle osservazioni si denunciano in particolare:
- una Valutazione di impatto a rate (in 8 lotti diversi) che non consente di valutare l’impatto complessivo dell’opera come invece le norme e le procedure richiedono;
- la mancata ripubblicazione in Via del tratto Ansedonia-Capalbio-Tarquinia, nonostante le modifiche di tracciato in corso sul progetto definitivo;
- l’elusione della Valutazione di incidenza (pur in presenza di aree di grande pregio tutelate dalla Rete Natura 2000 come i monti dell’Uccellina, la Laguna di Orbetello, il lago di Burano e il Parco regionale della Maremma;
- la sottovalutazione dei delicatissimi equilibri idrogeologici (fiumi Albegna e Ombrone) come testimoniato dal ripetersi di eventi alluvionali gravi come quelli del 2012 e del 2014 e gli effetti sulla cassa d’espansione di Campo Regio della nuova infrastruttura;
- la mancata valutazione degli impatti paesaggistici dell’opera, in particolare su Albinia, Terme dell’Osa e Fonteblanda, dove il tracciato è completamente in variante, ed il rischio per le aree di interesse archeologico;
- l’elusione degli indirizzi relativi alla bassa Maremma del Pit della Regione Toscana, con valenza di Piano paesaggistico approvato nel 2015, e i vincoli paesaggistici che insistono su 5 aree attraversate dal tracciato;
- dati di traffico attuali e futuri carenti che non giustificano la realizzazione di una autostrada (gli attuali 19.900 veicoli/g al 2040 diverranno 17.500 sul lotto 4 e 22.000 circa sul lotto 5B), dove il costo dei pedaggio è il doppio rispetto a quello dell’A1, e dove si considera un valore residuo a fine concessione dell’80% dell’investimento;
- nessuna valutazione è stata effettuata su barriere, pedaggi elevatissimi ed effetti sul traffico locale che resta sulle strade esistenti che non vengono adeguate. La realizzazione di una barriera infrastrutturale impermeabile alle relazioni locali tra aree interne e costa, dove sono stati eliminati 5 svincoli su 12 e la larghezza della carreggiata della viabilità locale viene lasciata a 7m ed in diversi punti anche meno; nessuna certezza sulle esenzioni per i residenti dal pedaggio e comunque limitate in entità e durata nel tempo;
- le gravi carenze dell’analisi costi-benefici, dove non si confrontano realmente le alternative a minor impatto ambientale, economico e sociale come l’adeguamento dell’Aurelia, e si enfatizzano con numeri gonfiati i risparmi di tempo ed il loro valore. Si enfatizza strumentalmente la sicurezza stradale per giustificare l’autostrada, mentre anche l’adeguamento dell’Aurelia otterrebbe lo stesso importante risultato;
- un quadro della politica dei trasporti vecchio e superato, che non tiene conto come nell’Allegato infrastrutture al documento di economia e finanza 2015 e 2016 l’autostrada tirrenica non sia tra le opere prioritarie;
- la mancanza del Piano economico finanziario (che doveva essere presentato contestualmente ai progetti), che probabilmente non c’è perché anche i conti economici e finanziari non tornano. Ed in sede Europea resta aperta la procedura d’infrazione sulla concessione SAT.
Bocciare il progetto Sat 2016 e puntare sull’adeguamento dell’Aurelia.
“In conclusione, quanto sopra riportato dimostra la debolezza del quadro programmatico, progettuale e le carenze dello Studio di impatto ambientale per le ricadute sul territorio, sull’ecosistema naturale di eccezionale valore ed il delicato sistema idrogeologico, su un’economia agricola e un’area turistica di pregio – si legge in un comunicato delle associazioni ambientaliste -. Il progetto autostradale presentato da Sat non viene confrontato nel Sia con l’alternativa dell’intervento di adeguamento e messa in sicurezza dell’Aurelia da parte di Anas, ma soltanto con l’alternativa 0 e cioè non fare assolutamente nulla per migliorare la strada statale attuale: si tratta di una grave carenza dello studio Sia e dell’analisi costi benefici“.
“Si dimostra come il progetto prescinda dalle reali esigenze del territorio e ignori completamente come funzionano oggi gli spostamenti locali. A guidare le scelte progettuali non possono essere le esigenze della Società Autostrade per l’Italia e di Sat per ridurre i costi per gli svincoli e evitare spostamenti alternativi che aggirino le barriere di esazione – continua il comunicato –. Per questo si ritiene che l’unica soluzione possibile sia quella, sempre sostenuta dalle associazioni ambientaliste in questi anni, cioè il potenziamento e la messa in sicurezza dell’Aurelia come da progetto Anas del 2000. Soluzione che dovrebbe essere affiancata da politiche verso la mobilità sostenibile che puntino sul potenziamento del trasporto ferroviario per passeggeri e merci sia locale che nazionale sulla linea Tirrenica, sulla crescita dell’intermodalità e della mobilità ciclistica. Ed infine sulla crescita del cabotaggio costiero come ulteriore modalità per ridurre il peso del trasporto su strada, con le sue emissioni inquinanti e di gas serra che inducono i mutamenti climatici“.
Per questo, le associazioni ambientaliste e i comitati chiedono che “i Ministeri competenti rispettivamente esprimano un parere negativo a conclusione della procedura di Via e mettano in sicurezza e adeguino l’Aurelia partendo dal progetto Anas 2000 e politiche attive verso la mobilità sostenibile per il territorio della Maremma“.