Gli “angeli delle tartarughe marine”, i volontari dell’associazione TartAmare onlus, sono stati chiamati ieri da Guido Landri, proprietario del motopesca Santa Lucia della flotta di Porto Santo Stefano, che ha issato sulla propria barca una tartaruga in difficoltà.
L’animale galleggiava da ore nella piccola darsena, probabilmente in stato di ipotermia.
Il responsabile scientifico dell’associazione, che si occupa della conservazione e tutela delle tartarughe marine, ha subito allertato il coordinatore regionale, architetto Ventrella, e la Capitaneria di Porto dell’Ufficio di Porto Santo Stefano e insieme hanno provveduto a predisporre le operazioni per mettere in sicurezza l’animale.
“In questi mesi dell’inverno è più facile trovare tartarughe in difficoltà – afferma Luana Papetti, responsabile scientifico di TartAmare -. I pescatori della costa tirrenica sono ormai sensibili al problema della conservazione della biodiversità e allertano subito le autorità ed i centri preposti al soccorso di questi animali. I nostri dati dimostrano che durante la stagione fredda si concentrano il maggior numero di segnalazioni e di richieste di soccorso”
“Per essere precisi – dichiara Letizia Poggioni, ricercatrice del team di TartAmare, che con questi dati ha scritto il proprio lavoro di tesi, –, nel 2014 sono giunte all’acquario di Grosseto 9 grandi tartarughe marine, di esse 7 sono state recuperate nel periodo gennaio-marzo; nel 2015 sono stati soccorsi 6 esemplari, di cui 5 nel suddetto periodo e nel 2016 gli interventi di recupero complessivi sono stati ancora 6, 5 dei quali nei mesi invernali”.
Gli esperti di TartAmare hanno sempre prestato la loro opera volontaria per soccorrere questi animali, per fare educazione ambientale sia ai pescatori, illustrando come intervenire per salvare le tartarughe che vengono trovate in mare, sia ai giovani studenti che incontrano nelle scuole, per sensibilizzare ad un comportamento rispettoso verso la natura e verso le specie in via di estinzione, come sono appunto le tartarughe marine.
“La collaborazione con i pescatori è un punto focale del programma di tutela di questi animali – continua Papetti -. La sensibilità del sig. Landri, che si è dato molto da fare per aiutare questo esemplare, perdendo ore del suo tempo, dimostra che la diffusione di buone pratiche a tutela dell’ambiente marino porta frutti e ci riempie di soddisfazione”.
La tartaruga soccorsa, consegnata nelle mani della Regione, non potrà essere curata a Grosseto. La nostra città, infatti, negli ultimi mesi, ha perduto l’acquario comunale, luogo ormai storico di cultura ambientale, di ricerca e studio, struttura di riferimento per le Università della nostra regione, meta fissa per le scuole cittadine.
In tutta la Toscana centromeridionale, adesso è attiva una sola struttura di soccorso con posti limitati.
“Siamo certi – dichiara il presidente di TartAmare, Davide Petri – che, visto l’impegno di questa amministrazione nei confronti della natura e degli animali e non meno nei confronti della cultura, dell’educazione ambientale e della ricerca scientifica, questa perdita sarà solo temporanea; in Comune si troverà presto la soluzione affinchè nella nostra città non venga a mancare un baluardo dell’impegno nei confronti dell’ambiente ed un manifesto dell’amore dei grossetani verso il mare e le sue creature”.