Secondo Legambiente, riprendere e continuare il progetto ciclabile che unisca Grosseto al Parco della Maremma non è solo strategico, ma anche fondamentale, per incentivare la mobilità dolce.
Il percorso era stato pensato proprio grazie ai suggerimenti di Legambiente e Fiab Grossetociclabile che, preoccupate dal fatto che il ponte potesse divenire una “cattedrale nel deserto”, avevano evidenziato la necessità di collegarlo alla città attraverso un tracciato che fosse al contempo attrattivo, sicuro ed economico. Per questo, per le due associazioni diventava strategico utilizzare percorsi già esistenti e in particolare il tracciato dell’argine del fiume Ombrone.
“Collegare il ponte ciclopedonale sull’Ombrone a Grosseto è senza ombra di dubbio – hanno spiegato Angelo Gentili e Fabio Tognetti di Legambiente – una decisione molto importante per il nostro territorio, che darà forte impulso al turismo e alla mobilità dolce. La città avrebbe la sua connessione naturale con il Parco della Maremma e sarebbe collegata con un percorso utile e suggestivo alla Ciclovia tirrenica. E’ evidente che, se queste infrastrutture verranno realizzate, la nostra città diventerà sicuramente una metà importante per il cicloturismo“.
Il percorso
Per superare la difficoltà del complesso attraversamento della ferrovia, che interseca l’argine proprio a sud della città, Legambiente aveva suggerito di sviluppare un percorso che, partendo dalla ciclabile di Gorarella, attraversasse il quartiere del Casalone e, proseguendo nella campagna, raggiungesse l’argine a valle della ferrovia. Questa idea era stata accolta con entusiasmo dalla precedente amministrazione, poiché, oltre a risolvere il problema dell’attraversamento della ferrovia, avrebbe contribuito a migliorare la mobilità cittadina, permettendo il collegamento ciclabile del quartiere del Casalone, altrimenti pericoloso da raggiungere in bici. In sostanza, con una sola infrastruttura, sarebbero stati risolti due problemi.