I 1210 capi uccisi nei pascoli della provincia di Grosseto nel 2015 sono un numero importante, che può essere ridotto soltanto con una serie di accorgimenti. In primo luogo l’uso di misure di prevenzione quali cani da guardianìa e recinzioni, forniti dal progetto europeo Medwolf a chi ne ha fatto richiesta. Questi sistemi se installati correttamente dai tecnici, e nel rispetto di determinate misure di sicurezza, garantiscono la difesa del gregge e contribuiscono concretamente alla riduzione delle predazioni.
“Oltre a utilizzare correttamente misure di prevenzione quali recinzioni e cani da guardianìa per difendersi dalle predazioni – afferma Angelo Gentili, della segreteria nazionale di Legambiente –. Bisogna anche ridurre il randagismo canino visto che spesso e volentieri gli attacchi non sono opera dei lupi ma di cani randagi o inselvatichiti. Bisogna combattere il randagismo favorendo anche l’adozione dei cani con una campagna significativa contro l’abbandono e la sterilizzazione. Gli allevatori in provincia di Grosseto sono sempre più in difficoltà. Proprio per questo chiediamo che le istituzioni non li abbandonino ma anzi li sostengano in maniera sempre maggiore, attraverso i rimborsi diretti e indiretti, anche perché rappresentano un presidio fondamentale per la tutela, la gestione e la conservazione delle aree agricole e del territorio”.
Non bisogna dimenticare, allo stesso tempo, che il lupo è un animale protetto e tutelato dalla direttiva Habitat, perché considerato specie a rischio estinzione e il conflitto con le attività zootecniche può essere ridotto grazie alle misure di prevenzione e non tramite l’abbattimento. Legambiente ribadisce a tal proposito la propria contrarietà a ogni forma di abbattimento dei lupi.