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In una Toscana che frana e che va sott’acqua, i geologi non devono essere lasciati da parte nella progettazione delle opere che interagiscono con il territorio. E negli enti pubblici devono essere impiegati anche in ruoli dirigenziali.
È questo, in sintesi, il senso della lettera inviata dalla presidente dell’Ordine regionale dei geologi, Maria Teresa Fagioli, al presidente della Regione Enrico Rossi.
Le opere di difesa da sole non bastano, serve prevenzione
Le recenti piogge hanno provocato «una serie di disastri grandi e piccoli, tutti ampiamente prevedibili, derivanti sia da un pregresso uso scriteriato del territorio sia da scandalose falle nella filiera di progettazione, esecuzione, controllo delle opere di difesa idrogeologica», scrive la presidente Fagioli. Ma le opere di difesa, «che devono essere fatte bene», da sole non servono e «possono solo affiancare e completare la prevenzione».
Fondamentale il ruolo del geologo
A questo punto, la presidente dell’Ordine sottolinea l’importanza del ruolo dei geologi. In particolare, quando si deve valutare «l’interazione che l’opera ha e avrà con il territorio. E questo è campo dove il contributo professionale dei geologi non è marginale né tantomeno intercambiabile con altri». Secondo Fagioli, «la Toscana può vantare, e non ho difficoltà a riconoscerne a lei ed alla sua Giunta buona parte dei meriti, un corpo normativo ricco, dettagliato, coerente e potenzialmente efficace nel campo della tutela del territorio e della mitigazione e prevenzione dei rischi naturali. Ma l’efficacia delle norme rischia di restare solo potenziale in carenza di controlli su ogni aspetto coinvolto, geologia compresa».
Coinvolgere i geologi nella valutazione e progettazione
Da qui «sfugge allora la ratio secondo la quale per le valutazioni post collaudo delle opere d’urgenza sia stato, recentissimamente, costituito un nucleo di tecnici appartenenti tutti alla medesima ed unica professionalità ingegneristica». E «l’approccio puramente ingegneristico alla soluzione dei problemi idrogeologici serva solo a fornire ai cittadini una percezione di sicurezza che i fatti dimostrano piuttosto illusoria».
Prevenzione e difesa si fanno con tutti i professionisti
Visto che «questo non è il solo caso di esclusione di fatto dei geologi», la presidente Fagioli sostiene che «l’approccio multidisciplinare, oserei dire olistico, è l’unico che ha ragionevoli probabilità di fornire ai cittadini quel grado di tranquillità che hanno il diritto di pretendere».