Ogni piccolo passo di un evento eccezionale è una straordinaria notizia. È stato così per i piccoli di falco pescatore nati il 15 maggio e cresciuti nella riserva naturale provinciale della Diaccia Botrona dopo 40 anni di assenza. La nascita dei pulcini nella Diaccia Botrona è un caso davvero speciale anche perché è insolito che il terzo piccolo riesca prima a sopravvivere e, poi, a crescere. La riserva si è dimostrata un ambiente ideale perché assai ricco di cibo; in particolare, di muggini, facilmente pescabili in acque così basse.
Ed ora, dopo poco tempo, i falchetti sono pronti a lasciare il nido per andare a scoprire il mondo. La loro partenza è prevista per agosto e hanno già tutto quello che serve per affrontare un viaggio importante: un anello identificativo alla zampa, che permetterà di riconoscere l’esemplare, e una radio satellitare funzionante ad energia solare che indicherà in ogni momento la posizione, l’esatto percorso intrapreso e anche la temperatura dell’ambiente circostante.
I tre giovani voleranno via – sono stati sottoposti, tra l’altro, ad analisi genetiche – insieme ai loro genitori, ma non saranno abbandonati dalla Maremma. Continueranno a essere seguiti con regolarità e dallo studio delle registrazioni sarà possibile ricavare importanti informazioni su alimentazione e comportamento di questo interessantissimo rapace.
Gli avvistamenti
Chi dovesse avvistare uno degli esemplari recante l’anello identificativo, potrà comunicare la posizione inviando un’e-mail all’indirizzo direzione@museonaturalemaremma.it
Ideatore e coordinatore del progetto di reintroduzione del falco pescatore è Giampiero Sammuri, presidente di Federparchi; responsabile scientifico del progetto è Andrea Sforzi del Museo di storia naturale della Maremma; ricercatore è Flavio Monti per il Parco regionale della Maremma, l’Università di Ferrara ed il Cnrs di Montpellier.